Un Milan statico ed opaco esce con un punto a suo favore dall’Artemio Franchi di Firenze. Una prova che di certo non rispecchia ciò che si è visto nel derby di Coppa Italia disputato contro l’Inter, data la presenza di troppi errori tattici e troppe leggerezze, soprattutto a livello difensivo. I rossoneri prendono una botta da Simeone ma reagiscono con l’uomo più inaspettato e forse più in ombra in questa stagione: Hakan Calhanoglu.
Neanche stavolta titolare, Calhanoglu calca il campo al settimo minuto della ripresa, subentrando ad un Borini troppo spento. Qualche accelerazione, qualche guizzo…sembrava la solita prova anonima di questa sua sfortunata annata. Tre minuti dopo il vantaggio viola però il turco raccoglie una respinta di Sportiello in area di rigore, siglando il suo secondo gol stagionale e regalando anche il pareggio al Milan.
Un gol che pesa tanto, soprattutto se vieni da un periodo non troppo semplice, forse uno dei più difficili della tua carriera. Calhanoglu, alla prima esperienza all’estero, probabilmente non ha retto l’impatto con il campionato italiano, pagando le spese con le tante panchine accumulate fino ad ora e le prestazioni di certo non brilantissime. Da lui ovviamente ci si aspettava molto di più dato che in Germania ha mostrato le sue doti da fuoriclasse con la maglia del Bayer Leverkusen, regalando al pubblico anche delle punizioni d’alta fattura che non sono passate inosservate agli occhi di Fassone e Mirabelli.
Calhanoglu ha avuto un sovraccarico, sia di responsabilità’ sia mentale. Il suo passaggio dalla trequarti alla corsia esterna ha annaspato un pò il suo motore e se uniamo questo cambiamento tattico ad una condizione precaria del Milan ecco che viene fuori un giocatore grigio e mediocre, oserei dire ”un pacco”. Tuttavia il fantasista turco ha quasi sempre dimostrato, almeno in una minima parte, le sue grandi qualità. Inoltre ha imparato anche a sacrificarsi, ripiegando spesso verso dietro favorendo la manovra difensiva.
Adesso Calhanoglu deve continuare lungo questa linea, prendendo forse l’ultimo treno per la gloria, quello che lo deve ispirare e riportare nei piani alti, per renderlo un punto fermo di questo Milan che necessita di qualità e classe. E’ il momento, non si torna più indietro.
This post was last modified on 30 Dicembre 2017 - 16:17