La disfatta di Verona ha lasciato spazio solo al silenzio, allo sconforto e all’ennesima voglia di veder finire un’altra stagione drammatica. Quando si fa un punto solo contro Benevento e Verona le analisi tecnico-tattiche non servono a niente. Ma l’immagine di Han Li, braccio destro del presidente Yonghong Li, solo in tribuna dopo la partita fa riflettere. Perfetta metafora di una poca unione dirigenziale che poi inevitabilmente si riflette sulla squadra. Mentre Fassone e Mirabelli sono negli spogliatoio per capire i motivi dell’ennesima figuraccia della squadra, lui è sulle tribune del Bentegodi, quasi rassegnato. Gattuso ha detto che spesso i ragazzi non ragionano da squadra e vogliono risolvere le sfide ognuno con la sua testa con risultati pessimi. Lo stesso dovrebbe valere per i gestori del Milan. Il calcio è uno sport di squadra e la compattezza e l’unione societaria è un elemento fondamentale per una crescita di un gruppo rinnovato moltissimo. I tre gol degli uomini di Pecchia non sono arrivati perché la dirigenza era divisa ma sicuramente nella testa dei giocatori, soprattutto dei più giovani e degli ultimi arrivati, questa mancata coesione stranisce e non aiuta. Che sia solo all’apparenza può essere, resta il fatto che nei momenti di difficoltà ogni gesto va calcolato e ragionato. La società deve isolare la squadra e restare accanto a Gattuso, che non merita di essere solamente il parafulmine per problemi esterni e che deve poter lavorare in serenità. I più maligni diranno che la società non può essere unita perché non esiste, vista la presenza aleatoria del presidente. Evitare lo scoramento e il disastro totale è diventato il primo obiettivo.