Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Silvio Berlusconi, anche ormai da illustre tifoso del Milan, non ha risparmiato critiche alle scelte tattiche di Rino Gattuso. D’altronde è un marchio di fabbrica, come ricorda oggi La Gazzetta dello Sport: l’ex patron rossonero ha sempre voluto dire la sua su moduli e interpreti.
Lo fece nel 1996 durante la sfortunata permanenza di Oscar Tabarez sulla panchina del Milan: celebre il “Tabarez chi? E’ per caso un cantante di Sanremo?”, si chiedeva Berlusconi prima dell’esonero del tecnico sudamericano. Poi ci furono le frecciate ad Alberto Zaccheroni, definito “un sarto distratto che può rovinare una buona stoffa“. Anche Carlo Ancelotti fu bersaglio nel 2009 (“Abbiamo perso lo scudetto per colpa sua”).
Con Leonardo il rapporto non decollò mai, visto che Berlusconi lo riteneva “un tipo testardo che fa giocare male il Milan“. Ancora più pesante la battuta su Massimiliano Allegri: “No el capisse un casso”, disse l’allora presidente in dialetto milanese. E a Clarence Seedorf venne imputata la mala gestione del gruppo: “A Cesano ho visto gente che terrebbe meglio lo spogliatoio”, riferendosi alle sortite imposte all’ex premier nel centro anziani di Cesano Boscone.