Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da alcuni anni collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.
Poco più di mezz’ora fa abbiamo assistito all’ultima alba del 2017, un anno che volente o nolente difficilmente uscirà dalla mente dei milanisti che lo hanno vissuto, dati i tanti ed importanti avvenimenti susseguitisi nell’ambiente a tinte rossonere. Inutile dire che il fulcro dei dodici mesi che stanno volgendo al termine si è avuto il 13 aprile, quando – dopo trentun anni di presidenza – Silvio Berlusconi ha passato la mano all’imprenditore cinese Yonghong Li. Dopodiché, c’è stato il ritorno del Milan in Europa (League) dopo tre anni di assenza; il mercato “extra-large” dell’estate, con undici giocatori acquistati ed un impegno economico da oltre duecento milioni di euro; ed infine l’esonero in corsa di Vincenzo Montella e l’avvicendamento con la bandiera Rino Gattuso.
L’ultima settimana del 2017 – quella iniziata col giorno di Natale – pare aver riportato un po’ di serenità in casa rossonera, grazie soprattutto alla tenace vittoria nel derby di Coppa Italia, firmata Patrick Cutrone, che ha condannato la seconda squadra di Milano ad un’altra stagione da zero tituli, la settima consecutiva. E l’onda lunga della stracittadina si è certamente avvertita anche nel match di ieri contro la Fiorentina in campionato. Ma prima una domanda: i “signoroni” della Lega Serie A con quale criterio stilano i calendari del massimo campionato italiano? Seguite il ragionamento: il Milan gioca il mercoledì alle 20.45 e – anche a causa dei supplementari – il match di Coppa termina intorno alle 23.30. Una persona di normale diligenza farebbe senza dubbio disputare il susseguente match di campionato il più tardi possibile, in questo caso le 20.45 del sabato. Ed invece, non si sa per quale motivo, a quell’ora ci va Hellas Verona-Juventus, due squadre che hanno avuto tutta la settimana per allenarsi e riposarsi, ed il match del Milan – alla terza gara in sette giorni – viene fissato addirittura ad ora di pranzo, a poco più di sessanta ore dal match precedente. In queste situazioni, otto ore in più di riposo fanno tutta la differenza del Mondo; lungi da noi pretendere per il Milan un qualche trattamento di favore a discapito di altri club: si chiama buon senso e competenza, e vogliamo essere buoni e non pensare male…
Ed infatti, sul terreno di gioco del Franchi, il Milan ha interpretato l’unica partita che poteva fare, e per il momento non certo brillante di Bonucci e compagni, e per il tenore dell’avversario – imbattuto da sette giornate – e per le precarie condizioni fisiche della squadra. Per ammissione dello stesso Gattuso, i rossoneri non hanno certo giocato una partita memorabile e sono stati salvati in almeno tre occasioni occasioni da un Gigio Donnarumma tornato in grande spolvero. Purtroppo per noi si sono visti tanti errori individuali, su tutti la pessima giocata di Romagnoli che ha costretto poi il centrale a un fallo su Simeone lanciato a rete; la non-marcatura di Bonucci, sullo stesso Cholito in occasione del gol; i tanti passaggi sbagliati da un Kessié in debito di ossigeno e l’atavica inconsistenza di Borini.
Eppure, dicevamo che quest’ultima settimana ci può far affrontare il nuovo anno con un po’ più di ottimismo, nonostante si sia girata la boa all’undicesimo posto e con la miseria di venticinque punti conquistati (peggio solo nel ’13/’14). Lo pensiamo perchè sul terreno di gioco del Franchi si è finalmente vista una reazione “da squadra” che, per la prima volta dopo otto precedenti negativi, è riuscita a rimontare uno svantaggio. Proprio nella fase della partita in cui la benzina nella gambe avrebbe dovuto essere agli sgoccioli, infatti, il Milan ha avuto la fiammata sull’asse composto da una certezza (Suso) e da quello che potrebbe essere il vero nuovo “acquisto” di gennaio: un Calhanoglu finalmente incisivo e frizzante.
Insomma, per il 2018 Ringhio Gattuso deve ripartire da alcuni punti: dal costruire una nuova identità tattica (ieri i rossoneri si sono ben disimpegnati anche con un inedito 4-4-2), dal praticare un gioco soprattutto verticale (così è nato il gol di Cutrone del derby), dal rilanciare alcuni giocatori parsi spaesati e soprattutto dal restituire ai calciatori, oltre al mai inutile senso di appartenenza alla maglia, una condizione fisica adeguata in vista dei tanti impegni nazionali ed internazionali che caratterizzeranno la seconda parte di stagione. Buon anno nuovo a tutti, cari amici rossoneri!
Twitter: @Juan__DAv