Leandro Cantamessa, storico avvocato del Milan dal 1984, terminerà la sua collaborazione col Diavolo alla fine di quest’anno, per volontà del club rossonero: “Chiamiamolo col suo nome: è un licenziamento. Ma me lo aspettavo, è stato logico e armonico che il mio rapporto con questo Milan si concludesse. Capisco Fassone, non mi ha reso felice, credo però che sarei forse potuto essere ancora utile per l’esperienza”, dice Cantamessa al Corriere della Sera.
Sul primo incontro col Milan: “Il 20 febbraio 1986, era appena avvenuto il nuovo passaggio societario. Andai in sede per consegnare dei documenti: entrai nella sala dei trofei e trovai con mia sorpresa Berlusconi, Galliani, Foscale e l’avvocato Dotti. Il presidente mi chiese “lei chi è?”. “Leandro Cantamessa” risposi. “E sarebbe?”. A quel punto replicai: “Faccio l’avvocato. Vede questa borsa? Contiene una pratica ma idealmente tutti gli incarichi che ricopro per il Milan. Sono a sua disposizione”.
Sulla notte di Marsiglia: “Ero in tribuna con Capello e le mogli che a un certo punto sagge ci urlarono: “…cosa ci facciamo ancora qui seduti?”. Andammo negli spogliatoi e Galliani mi chiese cosa ne pensassi: espressi il mio parere legale che a livello disciplinare purtroppo si rivelò corretto. Galliani si lasciò cadere su una panca”.
Sul rapporto con Galliani: “Molto maschili, conditi da litigate anche clamorose. Ma mi ha sempre permesso, pur gridando, di esprimere la mia opinione. Ha una capacità quasi autistica di fare conti a mente con una rapidità incredibile. Ha una visione del numero istantanea ed è molto abile nella comunicazione”.
Sulla vicenda Donnarumma: “Ho sempre taciuto gli sviluppi della vicenda e proseguo a farlo. Dico solo che il Milan ha ragione”.
This post was last modified on 22 Dicembre 2017 - 10:45