Non tutti sapranno che, nei primi anni del ‘900, la storia del Milan si è intrecciata inestricabilmente con quella del calcio austriaco.
Nonostante l’esperienza negativa con Ferdi Oppenheim, il patron rossonero Piero Pirelli, nell’ultimo anno della sua presidenza (1928), decide, infatti, di affidare nuovamente la panchina milanista a un tecnico austriaco, il cui nome è Engelbert König .
Il nativo di Schwechat, che, da calciatore, ha militato in Vienna CFC, Germania Schwechat e Wiener AF, ricopre l’incarico per 3 stagioni, conquistando un buon secondo posto nel primo anno, e piazzandosi, appena, all’undicesima e dodicesima posizione nei due successivi. I risultati deludenti, al di ogni aspettativa, impongono un cambio di rotta, pertanto, il neo presidente milanista Luigi Ravasco solleva König dal ruolo di coach, per fargli succedere l’ungherese József Bánás.
Si fermano a 100, dunque, le panchine rossonere per l’austriaco, che chiude la sua parentesi milanista il 28 giugno 1931, con una sconfitta per 3-2 sul campo del Casale.
L’austriaco, innamoratosi del Belpaese, decide di trascorrere nello Stivale il resto della vita. Per ben due volte, infatti, allenerà il Messina, dove, militerà il figlio, anch’egli calciatore.
Engelbert König muore a Roma nel 1951.