E sono sei sconfitte su tredici partite. Quasi una gara persa ogni due giocate, un ruolino di marcia che sarebbe stato inaccettabile per il piccolo Milan dell’anno scorso e che a maggior ragione non si può tollerare per una squadra che quest’estate è stata rinforzata (almeno in teoria) da investimenti pari a 250 milioni. Una squadra che quest’estate ci era stata presentata nella migliore delle ipotesi come antagonista della Juve per lo scudetto e nella peggiore delle ipotesi come favorita per uno dei primi quattro posti.
Una delle tante bugie alle quali gran parte dei media e la quasi totalità dei tifosi hanno abboccato. Una delle tante. E nemmeno la più grave. Perché possiamo anche credere che i dirigenti di questo nuovo disorganizzato Milan fossero convinti di aver operato bene sul mercato. Che fossero convinti di aver speso bene 250 milioni comprando 11 buoni giocatori, ma nessun campione. Che fossero convinti di aver avuto una buona idea a strapagare Bonucci e a contrattualizzargli la leadership dello spogliatoio. Insomma possiamo anche credere che abbiano agito in assoluta buona fede e che i loro problemi siano stati solo incompetenza e inadeguatezza. Non sarebbero i primi nella storia del calcio a credere e a far credere di aver costruito uno squadrone e che invece si ritrovano con un manipolo di strapagati mediocri. Non sarebbero i primi e nemmeno gli ultimi. In fin dei conti per noi tifosi cambia poco dall’arrivare sesti con una squadra costata poco o niente all’arrivare sesti con una squadra piena di carissime illusioni.
Le bugie gravi sono ben altre: sono quelle legate alla misteriosa proprietà. Bugie alle quali personalmente, lo sapete, non abbiamo mai creduto. Bugie che hanno costellato gli ultimi due anni della “vecchia” gestione e sono diventate intollerabili da dopo il famigerato “closing”. Ricordo ancora il giorno della prima assemblea degli azionisti del nuovo “corso”. Ero presente in qualità di azionista. E sulla nuova proprietà avevo perplessità e dubbi mai nascosti, né prima né dopo. Scaroni annunciò: “Al termine dell’assemblea distribuiremo ai signori azionisti i curricula dei rappresentanti del nuovo Cda“. Da parte mia c’era grande curiosità soprattutto sulla rappresentanza cinese. Alla fine di quell’assemblea non fu distribuito nessun curriculum. Dopo varie richieste e un mese abbondante la società si è degnata di pubblicare una scheda per ogni componente del Cda. Ovviamente il principale interesse di tifosi e media riguardava il background di Yonghong Li, il nuovo presidente del Milan. Su quel documento pubblicato dalla società rossonera sono elencate tutte le proprietà, i ruoli, gli incarichi e i capitali di Yonghong.
Ebbene, a distanza di pochi mesi, una delle fonti giornalistiche più attendibili del pianeta come il New York Times ha smontato punto per punto tutto il curriculum del cinese. In pratica la società che rappresenta la maglia e i colori che noi amiamo ci ha detto: “Il nostro nuovo presidente è proprietario della più grande miniera di fosforo cinese”. E invece questo non sarebbe vero. Come possiamo fidarci? Dopo mesi non sappiamo ancora chi è realmente il proprietario del Milan, non sappiamo chi ha sborsato tutti quei soldi per comprarlo, non sappiamo chi ha tirato fuori i 250 milioni per la campagna acquisti, non sappiamo chi ha dato le garanzie per contrarre i vari finanziamenti, non sappiamo chi darà le garanzie per i ri-finanziamenti. Non sappiamo chi è e chi sarà il proprietario del nostro Milan. E l’unico interfaccia dei tifosi è una dirigenza che alla seconda sconfitta delegittima l’allenatore dichiarando che questa squadra è stata costruita per fare più di due punti a partita, poi dopo due mesi sostiene che quest’estate si pensava di entrare in Champions con 72/73 punti (1,9 a partita), infine dopo la sesta sconfitta la stessa dirigenza confessa che non “sarebbe un dramma andare in Europa League“.
Per la prima volta lo scorso 13 novembre non ho presenziato all’assemblea degli azionisti. So per certo che alla maggior parte di chi sta leggendo non frega nulla, la maggior parte dei presenti probabilmente avrà gradito la mia assenza, ma ci tengo a sottolineare che ho rinunciato a partecipare all’assemblea degli azionisti della mia squadra del cuore per evitare di ascoltare i soliti discorsi ai quali non ho mai creduto. A differenza della maggior parte di chi sta leggendo. Io non ci crederò mai, ma se voi siete contenti cosi, accomodatevi.
This post was last modified on 20 Novembre 2017 - 16:15