Non è un momento facile per l’intero movimento calcistico italiano. La sconfitta di venerdì contro la Svezia ha messo a serio rischio la qualificazione ai prossimi Mondiali. Oggi, a San Siro, l’Italia si gioca la partita della vita, una delle gare più importanti della sua immensa storia. Il fantasma di una eventuale eliminazione incombe sull’intero Paese. Non essere presenti in Russia sarebbe un vero e proprio dramma sportivo, è inutile nascondersi. Ma la Nazionale presenta diverse difficoltà sia tecniche che tattiche. Non c’è un gioco, una manovra, un’organizzazione. Se, sulla carta, gli Azzurri partono nettamente favoriti, il campo ha testimoniato altro. L’Italia è una squadra impaurita, che sente troppo la pressione. Sembra di assistere ad alcuni match del nuovo Milan. Giocatori spaesati, nessun movimento, nessun sincronismo tra i reparti e tutto frutto dell’improvvisazione. Una differenza, però, c’è. Il Milan ha Suso, l’Italia no. Montella e Ventura provano, sperimentano. Tanti sistemi di gioco, ma poche soluzioni concrete. Vincenzo ora sembra aver trovato una quadra tattica che esalti le qualità dei giocatori di maggior tasso tecnico, Ventura è ancora in alto mare. Stasera nuovi cambi, dentro Florenzi, Gabbiadini con Insigne ancora in panchina. Sia al Milan, sia in Nazionale, il reparto che fa maggior fatica è il centrocampo. Possibile che De Rossi, Verratti, Biglia, Kessié e via dicendo siano tutti giocatori non all’altezza? Forse, è la squadra che non gira. Basta guardare il ruolo delle punte. Kalinic con la Croazia è una mina vagante per le retroguardie avversarie, con la maglia rossonera sembra essere un uomo in meno. Pochi movimenti e, naturalmente, tante difficoltà per i portatori di palla. In Nazionale Belotti e Immobile non sapevano cosa fare. Spesso attaccavano gli stessi spazi e questo, in una squadra organizzata, non accade. Senza considerare il ruolo dei laterali, sempre statici e mai propositivi. Così, giocatori come Verratti e Biglia che sfruttano gli inserimenti alle spalle della linea difensiva, fanno fatica e sarebbe meglio sostituirli con due uomini di spessore, che facciano filtro a in mezzo al campo. C’è ancora tanto da lavorare sia per Ventura che per Montella, perché in gioco non c’è solo il futuro della Nazionale e del Milan, ma le loro stesse carriere che potrebbero interrompersi in caso di totale fallimento.
This post was last modified on 13 Novembre 2017 - 14:23