Vittoria doveva essere. E vittoria fu. A Reggio Emilia Montella si salva la pellaccia e il Milan fa due gol e tre punti. Fassone e Mirabelli possono dormire tranquilli. Conte è avvisato. Ma per ora non serve. I tifosi tirano un sospiro di sollievo. Per un attimo la smettono di inveire contro l’Aeroplanino. Insomma, Sassuolo-Milan ha offerto parecchi spunti. Ne analizziamo tre.
C’è un tema che più di tutti va preso in considerazione. Al netto della classifica: quella è tragica. Manca serenità nello stare in campo. Cosa del tutto lecita, ma troppo evidente. Prova ne è quel naturale istinto al bel gioco che il Milan ha una volta sbloccatosi. Era accaduto a Verona, è accaduto a Reggio Emilia. Se passa, il Milan si sblocca. E se per fare bene serve sbloccarsi, allora alla base di tutti i problemi c’è un blocco. Un blocco mentale, appunto. Infondo, del resto, di qualità ce n’è. E non poca.
Se c’è un reparto che forse ha trovato la quadra giusta, beh: è la difesa. Un po’ andando ad esclusione: l’attacco è un disastro e il centrocampo continua a mutare. Un po’ perché, effettivamente, c’è un miglioramento palese. Parlano i numeri, parlano le prestazioni dei singoli, parlano le scelte del mister. I numeri dicono che nelle ultime sei (fra campionato e coppa), esclusa la Juve il Milan ha subito un solo gol. Le prestazioni dicono che Bonucci è in ascesa, Romagnoli difende bene (e segna pure), Zapata è parecchio concentrato. Le scelte sono chiare: Musacchio non è più titolare.
Anche il centrocampo non è totalmente sistemato. Ma l’attacco è un problemone. Perché non c’è nessun punto di riferimento: né la disposizione (a uno o a due) né gli interpreti. Questo Kalinic è poca roba. Pochissima. Ai fatti, Cutrone (almeno in campionato) ha fatto meglio. Non tanto per i gol. Quanto per la dose di ausilio ai compagni e la partecipazione alla manovra. Quella di Kalinic è minima. Eppure doveva essere il marchio di fabbrica. E poi dicono che il Milan non è Suso-dipendente.
This post was last modified on 6 Novembre 2017 - 08:34