No, non stiamo dando i numeri, ma semplicemente facendo riferimento, aggiustando poi il tiro, al fortunato film del 2007 di Ficarra e Picone. Il 7 e l’8, appunto. Che, ritornando a parlare di cifre, nel Milan stanno sulle spalle di Nikola Kalinic e Jesuś Suso. Tenuti entrambi fuori (lo spagnolo era infortunato) nella sfida di ieri con l’Austria Vienna che, pur rimarcando più e più volte il basso livello tecnico e tattico dell’avversario, ha certificato una verità poi neanche troppo nascosta.
Peso offensivo
Questo Milan, infatti, non ha affatto scarse doti realizzative. Lo ha dimostrato Kalinic nelle rare volte in cui è stato messo in occasione di poter semplicemente tirare in porta, lo hanno dimostrato pienamente ieri Cutrone ed André Silva. Il problema vero, invece, è la mancanza del giusto supporto che, per calciatori che comunque oggettivamente non sono fenomeni in grado di risolvere le partite da soli, rappresenta pietra tombale sulla possibilità di incidere i match. Specialmente nelle occasioni in cui le difese da fronteggiare – ne sono esempio i sei scontri diretti persi in campionato – non sono composte da sprovveduti.
Difficile pensare, dunque, che Kalinic, Cutrone o André Silva, dunque, possano avere la qualità – o la maturità – di accendersi da soli. Ancor più improbabile che ciò possa accadere se isolati, costretti a far reparto da soli mentre gli altri due – a rotazione- guardano la gara dalla panchina, con il solo Suso a supporto. Un soluzione tattica che, al momento, non sembra giovare, in alcun senso. Oltretutto, per quanto si debba riconoscere la qualità del talento spagnolo, è evidente – citando l’esempio cronologicamente più vicino – l’innalzamento del livello prestazionale del Milan a Napoli, dopo il passaggio a due vere prime punte nell’intervallo.
Ne servono due…più uno?
Avendo scelto, dunque, di puntare su due attaccanti di media fascia – ovvero l’ex Viola ed il portoghese, senza dimenticare il talento di Cutrone – invece che su uno da 70-80 milioni, magari in grado di far reparto da solo, la soluzione più razionalmente congeniale agli obiettivi milanisti potrebbe essere quella di schierare le due punte. Una cosa che sporadicamente, vedi la partita con la Roma o appunto il secondo tempo di Napoli, è già successa. Ma, come detto, solamente in poche occasioni: serve la continuità e – magari – un nuovo cambio modulo. Non radicale, bensì sostanziale. Passare ad un attacco con due vere punte, inserendo dietro un trequartista che possa accendere la miccia dei due cannonieri offensivi. Un ruolo che, senza dubbio, potrebbe spettare a Suso – l’alternativa naturale è Calhanoglu – con il Milan che dunque, potrebbe finalmente trovare la quadratura. Quantomeno nel reparto offensivo.