Le ultime due uscite dei rossoneri, contro A.E.K. Atene e Sassuolo, hanno restituito al Milan e all’intero calcio italiano un patrimonio inestimabile di nome Leonardo Bonucci. A circa quattro mesi dal suo arrivo a Milano, trascorsi tra veleni, insulti, sfotto’ e magre prestazioni, sono, infatti, arrivate le prime (e tanto agognate) risposte dal campo.
Si badi bene, sia in Grecia che in Emilia, Leo non ha sfoderato prestazioni da urlo, ma rivederlo giocare con la sicurezza, la precisione e la pulizia del passato è stato un piacere per gli occhi e il cuore del popolo milanista. Con i nero-verdi, in particolare, si è avuta la netta percezione che qualcosa sia cambiato nella mente del giocatore: il centrale viterbese si è, infatti, mostrato sempre attento nel corso dei 90′, giocando spesso in anticipo sugli spigolosi avanti di Bucchi e concedendosi alcune di quelle sortite offensive palla al piede, che lo hanno reso celebre ai tempi della Juve. La ciliegina sulla torta è, poi, stata la chiusura in spaccata su Missiroli, trovatosi a tu per tu con Donnarumma, che ha strozzato in gola l’urlo di gioia dei sassolesi, facendo schizzare dal posto i tifosi rossoneri.
Sia ben chiaro, dopo i 40 milioni investiti per il suo acquisto, nessuno può attendersi meno di quello che Leo ha mostrando in queste ultime due partite, ma, è altrettanto vero che ben pochi, tra commentatori ed esperti, si sarebbero aspettati una così rapida ripresa dopo le prime undici partite di campionato. Fino a una settimana, infatti, c’era chi lo aveva già etichettato come un calciatore finito, senza tecnica né personalità, che si era imposto nella veste di capitano, rovinando l’armonia dello spogliatoio di Milanello, o, ancora peggio, come un giocatore normale, che aveva costruito le sue fortune sul rendimento eccezionale dei compagni di reparto Barzagli e Chiellini. Eppure Bonucci ha smentito tutti.
Magari, la verità, come ha rivelato Ferrarini, il suo ex mental coach, è che Bonucci un guerriero che, con l’espulsione col Genoa, ha toccato il fondo e ora si accinge a una lenta e progressiva risalita. O forse si tratta solo di una ritrovata condizione fisica o di un miglioramento generale della squadra, che ha iniziato a comprendere e assimilare i meccanismi di Montella. Ciò che resta è che Leo per il Milan è una pedina essenziale, avendo la nuova dirigenza rossonera incentrato sulla sua figura l’intero progetto sportivo e commerciale, ma lo è anche per la Nazionale, che, nel giro di tre giorni, si giocherà, con la Svezia, l’accesso al Mondiale di Russia 2018. Per fortuna dell’Italia e di Ventura la partita cade nel momento più adatto e quella con gli scandinavi può rappresentare un ulteriore passo verso il pieno recupero del capitano milanista.
Come cantava Venditti in una celebre canzone di qualche anno fa: “Quando pensi che sia finita, è proprio allora che comincia la salita”
This post was last modified on 10 Novembre 2017 - 16:27