Dalle stelle alle stalle, ma il nuovo Milan merita fiducia

Poco più di tre mesi fa il Milan scendeva in campo nel ritorno del terzo turno preliminare di Europa League contro i rumeni del Craiova. Erano passati appena due mesi di calciomercato e l’entusiasmo dei tifosi saliva alle stelle. I dieci acquisti, da lì alla fine del mercato sarebbe arrivato il solo Kalinic, avevano entusiasmato il tifoso rossonero medio e almeno un buon 90% aveva accolto con entusiasmo il nuovo corso cinese, con il duo Fassone-Mirabelli a lavorare giorno e notte per regalare nuovi colpi ai tifosi rossoneri ormai depressi da anni di umiliazioni e fallimenti. L’entusiasmo del ritiro aveva contagiato l’ambiente e l’arrivo di Leonardo Bonucci dalla Juventus era stata la punta di un iceberg che, proprio in quel Milan-Craiova, raggiunse il suo apice con oltre 65mila rossoneri a riempire San Siro per un semplice preliminare di Europa League di inizio agosto.

Ora, 4 novembre 2017, a soli tre mesi di distanza, sembra passata una vita. Il Milan è a dodici punti dal quarto posto, obiettivo minimo dichiarato ad inizio stagione, ha perso tutti gli scontri diretti giocati in campionato e, nelle ultime nove partite, è rimasto a secco per ben sei volte. La stagione, almeno in campionato, sembra altamente compromessa, il tecnico Vincenzo Montella non è riuscito a dare né un gioco né tanto meno un’identità, ed è perennemente sulla graticola, con la maggior parte dei tifosi che ne chiedono la testa. L’entusiasmo attorno al nuovo Milan diminuisce sempre più e lo straordinario clima che si respirava in estate sembra essere evaporato nel nulla. Le strategie adottate dalla nuova società e dalla nuova dirigenza, al momento, non ha dato i frutti sperati e le tecniche di comunicazione usate in estate si stanno ritorcendo contro come un boomerang. Dopo mesi di “cose formali”, insomma, il Milan 2.0 sembra non distanziarsi molto da quello precedente, anzi.

In queste ultime settimane di depressione sempre crescente, purtroppo, aumentano le critiche alla nuova dirigenza e ad una società che sembra assente. Il mercato è diventato fallimentare e c’è chi addirittura rimpiange Adriano Galliani. Nelle prime battute di una campagna elettorale che, purtroppo per noi tifosi rossoneri, si prospetta lunghissima, anche l’ex Presidente Silvio Berlusconi non ha perso occasione per criticare l’operato della nuova società. Un quadro davvero raccapricciante che non lascia intravedere nulla di buono. Eppure, facendo un’attenta ed approfondita analisi, io non ci riesco proprio a rimpiangere gli ultimi anni, la vecchia proprietà e come operava sul mercato. Nonostante una situazione che fa male e preoccupa non poco, un gioco inesistente ed una squadra che ancora non può essere definita tale, continuo ad intravedere la luce in fondo al tunnel, continuo ad essere fiducioso guardando al futuro, molto più di quanto lo ero negli ultimi anni.

Eh sì, perché Musacchio, Kessié, Rodriguez, André Silva, Borini, Calhanoglu, Conti, Bonucci, Biglia, Kalinic, sembrano essere diventati tutti dei brocchi, ma sono tutti giocatori che fino a 10 mesi fa potevamo solo immaginare, ma in altre casacche. Giocatori che forse non stanno rendendo al massimo al momento, ma che ci si scorda troppo facilmente si siano incontrati a Milanello solo qualche mese fa.  Dove erano tutti questi esigenti e scontenti, nei sei anni dello scempio totale lasciato alle spalle, dei sei allenatori in tre anni, dei mercati sbagliati in serie e pieni zeppi di parametri zero e prestiti da parte del Presidente amico di turno, del “Milan che non può pensare di dominare con l’Empoli a San Siro”. Forse preferivano le cene da Giannino, forse preferivano i giorni del Condor, che ultimamente non erano più tali, forse preferivano i vari Senderos, Bruno Montelongo, Emanuelson, Didac Villa, Legrottaglie, Taiwo, Muntari, Aquilani, Mesbah, Maxi Lopez, Cardacio, Viudez, Traorè, Acerbi, Salomon, Constant, Emerson, Mattioni, Gourcouf, Matri, Zaccardo, Honda, Birsa, Essien, Poli, Vergara, Olivera, Torres, Destro, Bocchetti, Cerci, Armero, Rodrigo Ely, Van Ginkel, Bertolacci, Vangioni, Alex e Sosa.

 

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