Fra una sconfitta e l’altra la situazione, al Milan, sta diventando tragica. I quattordici punti dal quarto posto sono un abisso. Gli zero prodotti contro le big sono un disastro. Il settimo posto è un autentico miracolo. Assodata la semi impossibilità di centrare la zona Champions, l’incapacità di trovare un’identità chiara, l’assenza più totale di continuità, alla banda rossonera resta poco di buono. Difficile concepire l’ottimismo di Montella, perché gli spunti positivi non abbondano affatto. Anzi: ne avanzano sì e no tre. Proviamo a spulciarli.
1) EUROPA LEAGUE
Siamo a novembre e il campionato è già compromesso. La zona Champions è irraggiungibile. Ma la Champions non è irraggiungibile. L’ultima spiaggia si chiama Europa League. Il passaggio del turno è cosa praticamente fatta. Le possibilità di uscire esistono, ma sono pari a quelle di centrare il quarto posto in campionato: microscopiche. Allora tanto vale puntarci tutto. Al momento, del resto, solo l’Arsenal è al livello dei rossoneri. Le altre, almeno sulla carta, sono inferiori. Dalla Champions giungeranno tre big: il Dortmund, probabilmente il Napoli e una fra Roma, Chelsea e Atletico. Ma gli scontri andata e ritorno sono gare a sé. E, si sa, in Europa il Milan ha una tradizione particolare.
2) CALENDARIO
La classifica non auspica nulla di buono. Eppure il calendario qualche speranza, impercettibile ma reale, la offre. Si perché da qui a Natale c’è un potenziale bottino di punti. Cinque match, nove punti facili (sulla carta) e altri sei da andarsi a prendere con qualche difficoltà in più. Il mini-ciclo si apre con Milan-Toro, uno dei due match apparentemente più ostici della serie. Ma si gioca in casa e pensare ai tre punti non può essere utopico. In mezzo un tris di match da vincere: le trasferte contro Benevento e Verona, e il Bologna in casa: obbligatorio fare cassa. Si chiude alla vigilia della Vigilia (23 dicembre) con l’Atalanta a San Siro. Qui dipenderà molto dai precedenti match: un’eventuale striscia positiva faciliterebbe parecchio le cose. Insomma, ci sono 15 punti in ballo. Tutti potenzialmente prendibili.
3) BONUCCI
Il capitano c’è. Doveva essere la principale certezza, ed effettivamente lo era diventato. Ma in negativo. Dopo la squalifica è tornato: più forte, umile e concentrato. A Napoli non ha sbavato, peccato ci abbiano pensato i compagni di reparto. L’auspicio è che possa infondere il carisma ritrovato a Romagnoli e Musacchio, ancora piuttosto acerbi. La mancata qualificazione della Nazionale lo obbliga a puntare tutto sul Milan. E il Milan, su di lui, punta parecchio.