Tra le firme eccellenti che hanno contribuito al raggiungimento dei grandi successi, italiani ed europei, del primo Milan di Arrigo Sacchi figura quella della punta sassarese Pietro Paolo Virdis. Anti-divo per nascita e caratteristiche tecniche, l’attaccante sardo viene prelevato dai rossoneri nel 1984, dopo due stagioni tutto sommato positive giocate con l’Udinese.
Quel Milan è una squadra in difficoltà sotto il profilo economico e sportivo, che, tuttavia, si sta accingendo a un passaggio di proprietà epocale da Farina a Silvio Berlusconi. Virdis vive in prima persona tutta la fase di transizione, riuscendo anche a ritagliarsi un ruolo da protagonista in un periodo nel quale l’attacco rossonero può vantare nomi del calibro di Gullit, Van Basten e Massaro.
Nella stagione 1986/1987 riesce, infatti, a laurearsi capocannoniere della Serie A con 17 gol e, in quella successiva, le sue reti consentono al Milan di vincere lo scudetto, superando il Napoli, battuto al San Paolo 3-2 grazie proprio a una sua doppietta. Nel 1988/89 conquista la Coppa dei Campioni a Barcellona, dove, nella finale contro la Steaua Bucarest, subentra a Ruud Gullit.
L’esperienza in rossonero rappresenta per Virdis una rivincita nei confronti dei suoi detrattori, che, dopo la doppia esperienza in chiaroscuro con la Juventus, a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, lo avevano bollato come un attaccante di provincia.
Appesi gli scarpini al chiodo, nel 1991 Pietro Paolo supera il corso di allenatore a Coverciano e si siede sulle panchine di Atletico Catania e Viterbese. Nel 2001/2002 subentra a Pietro Cucchi come allenatore della Nocerina in Serie C1, e, ad oggi, quella è la sua ultima esperienza da coach.
Dopo una breve parentesi da commentatore televisivo, Virdis gestisce, da qualche anno, un negozio di specialità enogastronomiche a Milano.