Nel momento no del Milan in campionato, la fase offensiva rossonera ha tante colpe. Rossoneri che faticano a creare occasioni da goal, nonostante le elevate percentuali di possesso palla. Con la Roma, la squadra di Vincenzo Montella, per buona parte della partita, è stata padrona del campo e del gioco, ma creando sempre molto poco. Chi finisce sotto accusa, in questa situazione, sono gli attaccanti che finiscono tra i maggiori imputati di un attacco troppo poco incisivo.
Ma andiamo ad analizzare, uno ad uno, i giocatori che compongono il reparto offensivo rossonero. Nikola Kalinic ha disputato 6 partite, di cui 4 da titolare, collezionando 362 minuti e realizzando 2 gol, contro l’Udinese. 6 tiri totali e 4 nello specchio. André Silva, in campionato, ha visto poco il campo. Infatti solo 3 partite di cui 2 da titolare, con 208 minuti e zero reti. Ben 8 i tiri totali del portoghese, di cui 3 nello specchio. Il giovane Patrick Cutrone ha giocano ben 6 partite, 3 tra titolare con 240 minuti totali. 2 goal realizzati, uno ogni 120 minuti. Suso, invece, ha totalizzato 6 partite, 5 da titolare con 429 minuti totalizzati. 2 le reti messe a segno dallo spagnolo, una ogni 214 minuti. Tanti i tiri provati: 12, di cui 5 nello specchio.
Discorso un po’ diverso per Calhanoglu e Borini, due attaccanti ma utilizzati principalmente da Montella come interno di centrocampo il primo, e come esterno nel 352 il secondo. Per il turco, ex Bayer Leverkusen, 7 partite totali, 4 da titolare. 374 minuti totalizzati con zero reti e 6 tiri totali, di cui uno solo verso lo specchio. Borini, invece ha giocato 5 partite, 4 da titolare totalizzando 327 minuti. Anche per lui zero goal, con 7 tiri totali e 4 verso lo specchio. Dati che spiegano il momento no dell’attacco rossonero, dati significativi da cui ripartire per svoltare. Logico, non è solo colpa degli attaccanti, tutti devono dare di più per essere più incisivi e pericolosi.