Milan, risposte confortanti dal 4-2-3-1 ma non è solo questione di numeri

A 100 giorni esatti dall’inizio della Serie A 2017/18, il bilancio provvisorio di questo primo Milan cinese non può che essere negativo, non solo e non tanto per i risultati sconfortanti delle prime undici giornate di campionato e per una posizione di classifica ben al di sotto delle aspettative iniziali, quanto per la sensazione diffusa che si sia ancora lontani dal trovare una via di uscita dalla crisi.

Nessuno immaginava, razionalmente, che la campagna acquisti faraonica di quest’estate potesse risolvere, d’un tratto, le malefatte di oltre un quinquennio, ma il tempo che il popolo rossonero ha concesso e continua a concedere alla squadra di Montella sta per scadere. Le prime quattro in classifica continuano, infatti, incessantemente la loro corsa al vertice e il distacco dai rossoneri comincia a divenire allarmante.

Questi primi tre mesi sono stati, inoltre, caratterizzati da una continua, estenuante e, sinora, infruttuosa ricerca del modulo adatto da far calzare al Milan. Montella, da qualche tempo messo alla gogna pubblica da pseudo-esperti di tattica ed ex colleghi, è ammirabile per la tenacia e la determinazione con cui prova a venire a capo di questo rebus, ma i risultati ancora non lo premiano. Non può negarsi, infatti, che, in talune occasioni, i rossoneri, ben disposti in campo dall’aeroplanino, hanno saputo giocarsela alla pari anche con avversarie più rodate o maggiormente attrezzate, e, ciononostante, sono usciti, per varie vicissitudine, sempre sconfitti dagli incontri. Ci si riferisce, in particolare, ai primi 70′ con la Roma o al secondo tempo con l’Inter e, ancora, alla prima frazione del match di sabato scorso contro la Juve. Certo, un po’ poco qualche spezzone di partita per chi ambisce ad arrivare in Champions, ma non è tutto da buttare.

Il 4-2-3-1 schierato inizialmente con i bianconeri, ad esempio, non è affatto dispiaciuto, posto che il Milan, pur senza fare alcunché di eccezionale, ha tenuto bene botta, subendo il vantaggio juventino solo a causa di un errore di posizionamento di Biglia e Romagnoli, e sfiorando finanche il pari sul finale di tempo. Questa soluzione tattica, che si avvicina a quella proposta da Montella nelle ultime tre giornate, può risultare, peraltro, congeniale con il ritorno di Jack Bonaventura, che andrebbe a occupare il ruolo di trequartista sinistro, affiancando Calhanoglu e Suso. Certo, si tratta di un modulo molto ambizioso e rischioso, che rimette integralmente i compiti di copertura al solo Kessié, ma tanto vale rischiare.

Come spesso ci viene ripetuto, infatti, non contano tanto gli schemi e i numeri quanto il modo di interpretarli. Sicché, anche tale nuova disposizione richiede a monte una maggiore predisposizione al sacrificio da parte dei rossoneri e un innalzamento del livello di attenzione. Errori come quello di Biglia in occasione del vantaggio di Higuain si pagherebbero, d’altra parte, anche giocando in 10 sulla linea di porta, e se poi in attacco Kalinic non riesce a buttarla dentro, il gioco si fa davvero duro.

Insomma qualche indicazione positiva può trarsi anche dalla sconfitta con la Juve, ma ciò che davvero sta divenendo insopportabile è quell’atteggiamento arrendevole dinanzi agli eventi avversi che la squadra non pare saper correggere, nonostante il passare del tempo.

 

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