Per il derby sospendiamo i regolamenti di conti interni

Quando si parla di derby non so e non mi interessa da dove arrivino i soldi. So solo che il derby, questo derby, non sarà mai cinese ma sempre “milanese”. Penso che quest’anno loro siano più squadra e abbiano una conduzione tecnico-societaria più logica. Penso che siano più forti e che alla fine arriveranno davanti. Lo pensavo e lo dicevo anche quest’estate. Ma prima del derby non mi interessa. Voglio vincere, o almeno non perdere. “A ogni costo” proprio come ha dichiarato Montella, dal quale ieri sera ho sentito le cose più “milaniste” dell’ultimo periodo. Per questo spero che contro l’Inter non voglia replicare la formazione schierata contro la Roma: una formazione in cui ha seguito alla lettera i dettami tattici di Mirabelli e l’ha accontentato mandando in campo i nove acquisti di quest’estate.

Il messaggio montelliano è arrivato a destinazione. Ecco, per il derby sospendiamo i regolamenti di conti interni e cerchiamo di fare la formazione più logica e, se possibile, più milanista. Spero che per il derby Montella ripeschi la squadra dell’anno scorso che non era certo un granchè dal punto di vista tecnico, ma giocava compatta e aveva un senso. E allora, almeno nel derby mandiamo in campo quelli “veri”: i Bonaventura, i Suso, i Montolivo, i Locatelli, insomma quelli che sanno che cos’è il derby. Per André Silva ci sarà tempo e spazio, tanto i suoi gollettini contro Andorra, Svizzera, Liechtenstein, Far Oer, Lussemburgo e San Marino li ha fatti anche sta settimana ridando il giusto fiato ai trombettieri di corte. Che suonano sempre la stessa musica indipendentemente da chi paga loro la tromba.

A proposito della “corte” sono rimasto allibito nell’ascoltare il rumorosissimo silenzio di tutta la società rossonera di fronte alle “picconate” dell’ex presidente. In poche righe infatti Berlusconi ha demolito allenatore, capitano, mercato e la dirigenza tutta. In pratica ha duramente criticato tutto ciò che in questi mesi ha fatto il suo successore Yonghong Li, il quale, dobbiamo dirlo, è dotato di pazienza e self control invidiabili. Ricapitoliamo per sommi capi: tra cash e prestiti Li scuce 1 miliardo per rilevare il Milan e lo dà al vecchio proprietario Berlusconi, poi spende 250-260 milioni per rinforzare la squadra senza contare gli ingaggi. Eh bene, a fine settembre il povero Li dalla Cina legge che il vecchio proprietario (sempre quello che ha incassato il suo miliardo) demolisce tutto quello che lui, nuovo proprietario, ha fatto in pochi mesi. Un italiano si sarebbe incazzato come una belva feroce. E invece Li ha incassato senza fiatare. Magari avrà pensato: “A rispondere ci penserà il mio amministratore delegato, che pago appunto per rappresentarmi in quanto proprietario“. E invece niente di tutto questo.

Fassone non ha minimamente risposto alle “picconate” di Berlusconi, anzi la stampa di “corte” si è affrettata a sottolineare che i rapporti tra Berlusconi e Fassone sono ottimi e si sentono sempre al telefono. Ma come? Chissà cosa avrà pensato Li dalla Cina? Il vecchio proprietario mi ha scucito un miliardo, demolisce il lavoro fatto in questi mesi e il mio amministratore delegato ha un ottimo rapporto con lui e mi lascia massacrare di critiche!?!? Povero Yonghong, che pazienza…

Ci mancava solo che Berlusconi prima del derby gli esonerasse Montella per mettere in panchina un allenatore a lui gradito. Ah no, scusate questo lo aveva fatto Moratti che aveva esonerato Mazzarri e preso Mancini prima di un derby di tre anni fa. Eppure il presidente non era lui, ma Thohir… Analogie da derby. Anche all’epoca c’era Fassone. Ma sull’altra sponda del Naviglio. In un derby che di cinese ha molto molto poco.

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