Icardi batte Milan 3-2. E condanna il Diavolo ad altri giorni di vibrante preoccupazione sulla bontà dell’intero progetto tecnico. Il derby era un’occasione più che ghiotta per riscattare in un colpo solo un inizio di stagione difficile, tra risultati negativi e un’identità ancora tutta da trovare. Se il campo non ha dato risposte chiare, tra un primo tempo deprimente e una ripresa al contrario coraggiosa e positiva, il risultato è impietoso. Così come è cruda la fotografia di questo parziale di campionato milanista: Bonucci e compagni escono dal derby con in tasca la 4^ sconfitta in otto gare di campionato e distanti ben sette punti dal quarto posto Champions. Non ancora una sentenza, non a ottobre, ma un dato pesante e inaspettato.
Ridurre il ko del Milan alla vena di Icardi e all’episodio da rigore al 90′ sarebbe miope e controproducente. Perché la squadra ha palesato ancora limiti preoccupanti nella tenuta difensiva – in particolare nella fase di non possesso e nei meccanismi di reparto della difesa a tre – e perché tanti singoli hanno reso nuovamente al di sotto del loro potenziale, con errori tecnici (Biglia e Kessie) e disattenzioni (Bonucci e Rodriguez) non all’altezza di questa rosa. Ma per ripartire serve costruire o migliorare tutto ciò che è emerso dal derby. Cioè che il Milan è sempre pericoloso con in campo due punte “vere” e che Suso rende meglio in una posizione più arretrata rispetto a quella di seconda punta (decentrato e arretrato, diventa devastante), ma soprattutto che deve crescere il trio Musacchio-Bonucci-Romagnoli: i gol subiti (ben 13) sono un’enormità. Il credito di Montella sta per esaurirsi: per una ricarica occorrono sei punti tra Genoa e Chievo.
This post was last modified on 16 Ottobre 2017 - 14:15