Nel calcio italiano vince chi ha la difesa meno battuta del campionato. Di certo, il Milan di questa prima parte di stagione non sembra aver percepito il messaggio. Come sottolinea l’edizione odierna del Corriere dello Sport, in otto giornate di campionato i rossoneri hanno subito ben 13 reti. Le grandi squadre si costruiscono da una retroguardia solida e da una fase organizzata di non possesso. E il ‘Diavolo’ sembra mancare proprio in questi aspetti. Tanti errori individuali, da Bonucci a Romagnoli passando per Musacchio e Zapata. Anche il centrocampo, però, ha le sue colpe visto che non chiude quasi mai gli spazi e non copre la linea difensiva. A nulla è servito il passaggio dalla difesa a 4 a quella a 3. Forse, la situazione è peggiorata. Le reti subite nelle prime tre giornate erano state 5, di cui 4 nell’imbarcata contro la Lazio. Con il cambio tattico, i gol incassati sono stati 8 in 5 giornate e solo contro la Spal il Milan ha chiuso con la propria porta inviolata. Il cambio di sistema, a detta di Montella, era già stato previsto alla luce dei nuovi innesti in sede di mercato. Solo il ritardo fisico di Romagnoli ne aveva ritardato i tempi. Serve una svolta, e non può bastare il secondo tempo nel derby per pensare a un Milan destinato a reagire. Occorre blindare la difesa, altrimenti si corre il serio pericolo di un fallimento non pronosticabile a inizio stagione. Per intendersi, i rossoneri negli ultimi vent’anni hanno incassato 13 reti nei primi 8 turni di campionato solo in due occasioni. Nel 2015/2016 con Mihajlovic in panchina, e nel 2013/2014. I risultati finali furono due deludenti settimi posti. Nel periodo d’oro del Milan, quello che va dal 2002/2003 al 2010/2011, i gol subiti nelle prime 8 giornate non hanno mai toccato la doppia cifra. L’allarme è acceso e non deve essere assolutamente trascurato. Il ‘Diavolo’ deve trovare una sua fisionomia e identità in fretta, perché di tempo ne è stato bruciato già abbastanza.