Chiariamolo subito, a priori: Vincenzo Montella non è, per dirla senza giri di parole, un allenatore scarso. Lo ha dimostrato a soprattutto a Firenze, ma anche a Catania ed in parte a Genova sponda Sampdoria. E, bisogna riconoscerlo, anche nella sua prima stagione milanista, conclusa con un trofeo strappato alla cannibale Juventus ed una qualificazione all’Europa League che mancava da qualche anno a Milanello.
Bussola smarrita
Le criticità, semmai, stanno sorgendo quest’anno e, purtroppo, l’Areoplanino non sembra in grado di uscire da una crisi tecnico, tattica e mentale difficilmente pronosticabile al 31 agosto. E non perché il Milan, visti gli ingenti investimenti fatti in estate, dovesse vincere tutto e subito. Bensì perché il suo tecnico, oggettivamente, risulta irriconoscibile, al pari di molti giocatori, vecchi e nuovi, della rosa a sua disposizione. Sia nell’approccio alle partite, sia nelle dichiarazioni rilasciate di settimana in settimana, sia nella gestione dei calciatori.
Confusione
Emblematici, in tal senso, gli ultimi sei giorni. Partendo dunque dalle parole pre-derby. Va bene, infatti, caricare la squadra ma forse, alla vigilia di una sfida così importante (non solo perché l’avversario si chiamava Inter), il low-profile sarebbe risultato più saggio. A maggior ragione vista la risposta data dagli undici scesi in campo nei primi quarantacinque minuti, nei quali la compagine di Spalletti, praticamente, ha fatto ciò che ha voluto. Da capire, poi, il perché dell’insistenza su Frank Kessié, lasciato poi negli spogliatoi all’intervallo. Il ragazzo è più che valido ma, evidentemente, accusa la stanchezza accumulata in questo inizio di stagione visto il grande utilizzo. Per non parlare del caos legato al vestito tattico -per usare l’espressione montelliana– che il Diavolo proprio non riesce ad indossare. Nonostante i tre mesi e mezzo di lavoro ormai alle spalle.
Stretta finale
La sabbia nella clessidra, dunque, inizia ad accelerare vertiginosamente. Il tempo per riuscire a trovare una soluzione inizia a scarseggiare. E Montella, a suo dire vicino a trovare la quadratura del cerchio, proprio non riesce a convincere. E se l’esonero a stagione in corso sarebbe l’estremo rimedio, l’addio a fine stagione sembra più che mai possibilità concreta. Anche in virtù dei probabilissimi ritorni eccellenti nelle panchine del massimo campionato italiano.