Calhanoglu alla Bild: “Vorrei giocare più vicino alla porta. Ho studiato Kakà”

In una lunga intervista rilasciata alla Bild, Hakan Calhanoglu si è raccontato a 360 °, dal sua squalifica fino al traumatico sbarco in Italia: “I mesi di stop sono stati molto duri per me. La mattina mi svegliavo, andavo al campo e mi sentivo inutile. Avevo problemi a dormire perché pensavo molto. Psicologicamente è stato difficile accettare la squalifica. Ma adesso è tutto superato. Schmidt, che ho avuto a Leverkusen, ora è in Cina. Mi ha chiamato, mi voleva, ma sapevamo entrambi che la trattativa non si sarebbe chiusa: per me è troppo presto per andare in Cina” – riporta Fox Sport. 

L’idolo rossonero: “Mi piaceva perché giocava molto in profondità. Mi piace avere la responsabilità di guidare la partita: alzare o abbassare il ritmo in base al momento. Kakà giocava così. Ho visto molti suoi video su Youtube”.

L’arrivo poco felice in Italia e la posizione in campo: “Appena arrivato a Milano mi hanno rubato tutti gli scatoloni del trasloco che avevo lasciato in macchina. Non un momento facile, ma le cose facili le sanno affrontare tutti.  In estate il club ha investito molto, di conseguenza le aspettative sono altissime. Giochiamo bene, ma non perfettamente come ci si aspetta da noi e come noi pretendiamo da noi stessi. Ci vuole un po’ di tempo. In carriera ho spesso giocato col 4-2-3-1 come trequartista. Qui come posizione sono scivolato un po’ più dietro e mi sono allontanato dalla porta. Non gioco spesso la palla verso la porta, come invece vorrei fare. Indossare la 10 non è facile. Le persone si aspettano molto da me, sento gli occhi addosso”.

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