Walter De Vecchi, nel corso dell’intervista rilasciata all’edizione odierna della Gazzetta dello Sport, ha parlato di Cutrone e Locatelli: “Io li ho avuti per tre anni, dai 12 ai 14 anni, per questo, nelle interviste, ringraziano me. Tutti gli allenatori, comunque, sono stati importanti. Manuel era un talento tecnico enorme, ora si parla della sua fase difensiva, ma verranno presto fuori le sue giocate. Patrick aveva un fuoco sacro, un’applicazione che ho visto a pochissimi. Partite storiche con loro protagonisti nel settore giovanile? Ricordo un Memorial Niccolò Galli in cui siamo rimasti in dieci contro l’Atalanta. Locatelli voleva uscire per un infortunio al braccio, l’ho obbligato a restare e ha segnato di testa. Poi, Cutrone si è scatenato: 4 gol, 6-1 per noi. Un’altra volta, contro il Barcellona, pressava così tanto che i difensori blaugrana rinunciarono al palleggio: appena lo vedevano, calciavano lungo. Differenze tra passato e presente? Cutrone è sempre stato così. Quando perdeva una partitina, non voleva che io fischiassi la fine. E quando perdeva, a volte, piangeva: un bel segnale, oggi pochi ragazzi sono così. A Locatelli, invece, ho fatto fare anche il centravanti. A centrocampo aveva troppo tempo per giocare: troppo facile”.
This post was last modified on 6 Settembre 2017 - 13:33