Si era parlato di riscatto immediato dopo la sconfitta contro la Lazio e, ieri in Austria così è stato. Due Milan totalmente diversi, non solo per il modulo, a distanza di quattro giorni. Grandi protagonisti della serata sono stati due uomini che arrivano dal mercato estivo: Hakan Calhanoglu e André Silva. Il portoghese ha dato sfoggio del suo repertorio, dimostrando il perché il Milan ha deciso di investire 38 milioni di euro per lui. In Europa è un vero e proprio trascinatore, mentre in Italia Vincenzo Montella lo ha utilizzato con il contagocce.
Proprio per questo molti interrogativi hanno cominciato ad affiorare: “Perché viene preferito Cutrone?”, “Si deve ancora ambientare?”. Il motivo rimane ancora ignoto e solo Montella può rispondere a queste domande, ma intanto André Silva ha risposto con i fatti, facendo parlare il campo. Dopo la doppietta nella partita di andata contro lo Shkendija, a Vienna, il portoghese ha deciso di lanciare un altro messaggio forte e chiaro, con i goal protagonisti.
E non è un caso che il messaggio sia lanciato dall’Europa, la terra dei campioni, dove un altro portoghese come lui da un paio di anni si porta a casa la coppa dalle grandi orecchie e, da tempo ormai, sigla goal a ripetizione. Quel portoghese è Cristiano Ronaldo, letteralmente innamorato di André Silva, nominandolo suo erede. E Andrè Silva si è già calato bene nella parte siglando 5 reti in 6 partite con la maglia rossonera, tutte e 5 proprio in terra continentale. Con la tripletta di ieri sera ha anche riscritto la storia del Milan in Europa. Infatti una tripletta in una competizione continentale mancava dal lontano 2006 quando Ricardo Kakà stese l’Anderlecht. Quasi 11 anni dopo André Silva è riuscito a portarsi a casa il pallone. Un’altra cosa da inserire nel curriculum, magari sotto la voce “Mi manda CR7”.
La cosa sorprendente della partita di ieri sera è stata la buonissima intesa tra André Silva e Nikola Kalinic. La coppia, all’esordio, si è mossa bene nel 3-5-2 messo in campo da Vincenzo Montella. Il croato lotta, aiuta e fa il lavoro sporco, mentre il portoghese gioca facile e colpisce. Stupisce la semplicità con cui André Silva riesce a smarcarsi tra i difensori avversari, facendosi sempre trovare pronto per battere a rete. Nella sua tripletta contro l’Austria Vienna, i goal sono arrivati, tutti, dopo uno stop orientato. Solo due tocchi per battere a rete. Tanta qualità, quindi, ma soprattutto tanta incisività, doti fondamentali per un numero 9. Proprio quel numero 9 che negli ultimi anni, dopo Pippo Inzaghi, non ha trovato il giusto erede. Ora André Silva farà di tutto per dimostrare che è sulle spalle giuste. Già ieri ce l’ha fatto vedere, in parte.
This post was last modified on 15 Settembre 2017 - 17:21