Giovedì sera, in occasione della gara valida per l’andata dei playoff di Europa League, il Milan ospiterà i macedoni dello Shkendija. Gli uomini di Qatip Osmani, che sabato hanno esordito in campionato con una vittoria ai danni dei campioni in carica del Vardar, sono una squadra grintosa e organizzata, ma palesano limiti sotto l’aspetto tecnico-tattico e dal punto di vista dell’esperienza, tanto da poter essere superati senza troppi problemi.
Punti di forza: Hasani e Ibraimi.
Nel 4-2-3-1 dei rossoneri di Tetovo, i giocatori più pericolosi sono Ferhan Hasani e Besart Ibrahimi. Mentre il primo è un centrocampista avanzato dotato di discrete qualità balistiche, bravo negli inserimenti, resistente e capace di agire da uomo assist, il secondo è un centravanti in grado di fare salire la squadra, di destreggiarsi nel lavoro sporco e di andare in rete con regolarità. Le altre due spine nel fianco, per il Milan, potrebbero essere rappresentate da Radeski e Abdurahimi, che, pur essendo un po’ discontinui, sono esterni imprevedibili e propensi all’incursione nelle aree avversarie.
Punti deboli: la scarsa interdizione; la difesa.
Qualora i trequartisti non ripiegassero con continuità, lo Shkendija potrebbe faticare a fare filtro e potrebbe esporre la retroguardia a numerose palle gol. Gli uomini di Osmani sono infatti soliti giocare con un solo vero interditore, Ennur Totre, mentre Armend Alimi è un giocatore mobile, che ama assumere una posizione più avanzata. Di conseguenza, nel caso in cui il facitore di gioco e le mezzepunte non coprissero, i rossoneri di Macedonia potrebbero disunirsi, regalare varchi e mettere in evidenza le pecche del loro pacchetto arretrato.
Giocatore chiave: Ferhan Hasani.
Trequartista dotato di una buona tecnica, di senso del gioco e di personalità, Hasani può costituire l’uomo in più a disposizione di Osmani. Con le sue idee e i suoi inserimenti, oltre a potere innescare al meglio Ibraimi, la finta punta classe ’90 può provare a gettare le basi per quella che sarebbe una vera e propria impresa.