È “David” Han Li l’uomo forte della nuova proprietà cinese del Milan. L’edizione oggi in edicola di Tuttosport dedica un lungo approfondimento al 34enne manager del Guangdong, evidenziando, tra le altre cose, come sia stato lui firmare l’acquisto delle quote del Milan ed a sottoscrivere il protocollo d’intesa con il governo cinese a Guanghzhou il mese scorso. Non a caso, la sua qualifica di executive director lo rende praticamente una sorta di direttore generale aggiunto.
Tale facoltà gli permette di avere ampia discrezionalità nella gestione del club non solo in Cina, ma anche fuori dai confini del paese, trovandosi sottoposto soltanto al ruolo di Marco Fassone (amministratore delegato). Nell’atto di nomina dello scorso 14 aprile si possono leggere tutte le azioni che il manager può portare a termine: “Stipulare i contratti di acquisizione o cessione nell’ambito dell’attività sportiva dei diritti alle prestazioni dei calciatori, ivi compresi quelli del settore giovanile; i contratti con allenatori, tecnici e osservatori”. Tutto questo con un tetto massimo di dieci milioni di euro per anno contrattuale dei calciatori ed entro i venti milioni di limite per ogni altra tipologia di operazione. Ulteriore dimostrazione dei grandi poteri di Han Li è il fatto che egli è l’unico componente cinese del cda ad aver fissato domicilio a Casa Milan. Gli altri (Yonghong Li, Lu Bo e Xu Renshuo) hanno indicato il loro ad Hong Kong, precisamente al King Commercial Central di Fa Yuen Street 2-16, dove aveva sede la Rossoneri Sports Investment prima di “trasferirsi” in Lussemburgo.
Completamente diversi, invece, sono i compiti e i poteri di Yonghong Li: l’uomo che ha acquistato il Milan avrebbe, infatti, solo mere funzioni di rappresentanza nei rapporti con terze parti, enti, autorità nazionali o internazionali, pubbliche amministrazioni nazionali e locali, Coni, Figc, Lega Serie A, Uefa e Fifa.
This post was last modified on 23 Agosto 2017 - 09:22