Ciao Cristiano,
inizio a scriverti questa lettera senza neppure sapere dove verrà pubblicata. Non ho ancora deciso se coinvolgere qualche tuo collega, o semplicemente regalarla ai tifosi che in gran numero si aspettano una replica alle tue parole di qualche ora fa. Per la società e’ evidente che #NonEsisti, un po’ come per te i cinesi. O semplicemente son troppo signori nell’evitare la polemica, quanto nello scatenare la cavalleria che era solita partire in difesa della vecchia gestione.
Sta di fatto che qualcuno doveva farlo e quel qualcuno, come da qualche anno a questa parte, sono io.
E’ da qualche settimana che mi limito a leggere i numerosi articoli sul nostro Milan che oscillano tra le balzane teorie finanziarie e i tentativi di terrorismo mediatico verso i tifosi. Leggo, tranquillizzo come sempre i tifosi che mi seguono sui social ma evito di replicare ufficialmente. D’altronde, i reflussi de #ICinesiNonEsistono erano da considerarsi fisiologici, un po’ come una portata digerita male, anzi malissimo. Fa parte del gioco, basta non dar loro ossigeno vitale. E così proprio ieri ho consigliato a tutti i miei lettori.
Ma una volta letto il tuo articolo di ieri pero’, mi son sentito in obbligo di dire la mia, anzi la nostra, dato le numerosissime richieste di replica da parte di quelli che da 9 anni rappresento con orgoglio, i tifosi del Milan.
Visti i numerosi temi da te toccati, cerchero’ di andare con ordine.
Giustificare la solitudine nella quale si trova il partito de #ICinesiNonEsistono, attribuendo ai tifosi del milan pensieri quali il “Chissenefrega da dove arrivano i soldi, l’importante è che ci siano e che si comprino i giocatori“, è un antipatico tentativo di erigersi a portatore unico di intelligenza. Noto come insieme al 99.9%, marchio di fabbrica caro a nostre vecchie conoscenze, tu abbia scelto di ereditare anche l’arroganza con la quale sono stati trattati i tifosi del Milan negli ultimi anni.
Per risultare equilibrato nei giudizi e rivalutarti agli occhi dei tifosi, provi la strategia di esordire con il capitolo delle cose che ti piacciono in tema di nuova gestione. Bastano pero’ due sole righe di testo per trovar le solite puntine da disegno nascoste dentro i dolci di pan di zucchero. Donnarumma considerato mercenario dalla nuova dirigenza, a proposito di polpette avvelenate, è una teoria che non trova nessun tipo di fondamento, tutt’altro. La gestione magistrale del duo dirigenziale è sotto gli occhi di tutti, anche quelli di Raiola, e ha permesso che il Milan e i suoi tifosi non perdessero un ragazzo stritolato da dinamiche di vecchio stampo, quelle da me tanto combattute. Quelle per le quali provo ancora conati di vomito.
Stessa fine avrebbe fatto Vincenzo Montella, allenatore al quale l’ ex Ad avrebbe preferito Giampaolo e che se fosse rimasto in sella Silvio Berlusconi, sarebbe gia’ seduto su qualche altra panchina lontano da Milanello. Di che parliamo quindi?
Rinfacciare l’assegnazione della fascia da capitano a leonardo Bonucci ripescando un Ibrahimovic umile nell’entrare nello spogliatoio, è un fuorigioco per il quale non serve la VAR. Ma come ti viene in mente di paragonare uno gruppo che annoverava giocatori del calibro di Alessandro Nesta, Thiago Silva, Rino Gattuso e Clarence Seedorf, con una rosa bisognosa di leader come quella di inizio Luglio depauperata fino all’ultimo giorno nella scriteriata gestione tanto a te cara? Misteri della fede, di sicuro non rossonera.
Nascondersi dietro le parole di Sheva, tra l’altro riportate con l’inesattezza di chi usa Google Translator, dimenticando scientificamente quelle rilasciate da un altro mostro sacro come Riccardo Kaka’, dimostra infine quanto l’essere prevenuti offusci il giudizio critico. Plausibile per un tifoso come me, non bene per un giornalista.
Per questo mi risulta persino difficile continuare a replicare alle tue accuse alla nuova dirigenza. Approssimative e imprecise sono infatti le frecciatine lanciate a Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli. Gossip di riporto, quello da bar raccontato dall’amico dell’amico.
Sarebbe bastato informarsi come ho fatto io, perfetto signor nessuno ma preoccupato per le sorti del mio Milan, per venire a conoscenza delle dinamiche politiche, piu’ che sportive, che avevano colpito il nostro amministratore delegato nelle precedenti esperienze. Sarebbero bastate un paio di telefonate a chi con lui ha lavorato per capirne la stima professionale e umana che provano per quello che vuoi far passare come un fallito. Sarebbe semplicemente bastata una telefonata che sicuramente, da gran signore qual è non ti avrebbe negato, per capire che sei proprio fuori strada.
Attribuire poi a Massimiliano Mirabelli la scelta e l’approvazione di giocatori rivelatasi flop nello scorso campionato, è molto piu’ da “social” che da giornalista, credimi. Anche qui, vuoi dirmi che non hai nessun amico che possa controllare le schede di valutazione firmate dal nostro Ds e ancora presenti nei cassetti della sede nerazzurra? Naaa… ci sono riuscito io che sono un non evoluto, su dai.
Chiudo assicurandoti che non c’e’ volonta’ da parte mia di iniziare un ping pong mediatico che ci veda protagonisti. Ho infatti rimandato al mittente un invito a erigermi a fautore della campagna #SilenziamoCristianoRuiu, nella speranza che a zittirti siano i risultati e l’entusiasmo intorno al nostro Milan targato Fassone e Mirabelli. Sì perche’ siamo tornati ad essere uniti come non accadeva tanto, troppo tempo. #WeAreATeam recita l’hashtag coniato dalla societa’, si è riempito uno stadio in un caldo giorno d’Agosto, il Milan il nostro unico amore e il rosso e il nero i nostri colori… anzi nero su rosso. Per la pace di molti, compresa la tua.
Alessandro Jacobone