Era il 19 febbraio 2014. Il Milan, allenato da Clarence Seedorf, riceveva a San Siro l’Atletico Madrid di Diego Simeone per l’andata degli ottavi di finale di Champions League. Di quella squadra, schierata con un 4-2-3-1 (Abbiati, De Sciglio, Bonera, Rami, Emanuelson, De Jong, Essien, Taarabt, Poli, Kakà, Balotelli) non è rimasto nulla. Ad eccezione di Ignazio Abate, che allora finì in panchina, e che stasera non figura nella lista dei convocati per il ritorno del preliminare di Europa League contro il Craiova.
Oltre tre anni dopo è cambiato tutto al Milan: squadra, allenatore, dirigenza e proprietà. Come ricorda La Gazzetta dello Sport, la maggior parte dei diciotto giocatori (tra titolari e panchinari) di quella gara contro l’Atletico Madrid ha cercato fortuna in giro per il mondo. De Sciglio è fresco di trasferimento alla Juventus, Abbiati è diventato club manager rossonero, Bonera ha tentato l’avventura al Villareal, Rami al Marsiglia ed Emanuelson all’Utrecht. E ancora: De Jong al Galatasaray, Essien al Persib di Bandung (Indonesia), Taarabt al Genoa, Poli al Bologna, Kakà all’Orlando City e Balotelli al Nizza. Infine: Zaccardo e Amelia svincolati, Mexes ritirato, Constant al Sion, Pazzini a Verona e Petagna all’Atalanta. L’unico reduce è Abate, appunto, lasciato a Milanello da Montella.
Alla fine in quella notte di febbraio finì 1-0 per l’Atletico che poi al ritorno completò la qualificazione con un scco 4-1. A segnare a San Siro fu Diego Costa, che oggi sembra essere l’obiettivo principale per puntellare l’attacco del Milan in questo mercato stellare.