Marco Fassone, ai microfoni del Guardian, ha parlato a 360 gradi dell’attuale situazione rossonera: “Siamo, con ogni probabilità, il club più internazionale in Italia. La Juventus ha più titoli nazionali, ma il calcio europeo è nel DNA del Milan. Siamo lieti di aver raggiunto la qualificazione in Europa League perché rappresenta un passo importante. Sarà una priorità, per noi, quest’anno, tornare su un palcoscenico internazionale, ma la casa del Milan, per natura, deve essere la Champions League. Questo è l’obiettivo che i nostri proprietari ci hanno posto: vorrebbero vedere il Milan costantemente in Champions negli anni a venire. Sanno che, dal punto di vista sportivo ed economico, cambia la vita di un club, soprattutto in Italia, perché le entrate sono impressionanti. Siamo fortunati perché questa è la prima stagione in Italia in cui quattro club si potranno qualificare alla competizione: l’obiettivo è difficile, ma non impossibile. Rappresenta il traguardo minimo che vogliamo raggiungere. Il nostro club è un gigante che ha dormito per due o tre anni, ma è come una Ferrari che è stata tenuta in un garage, deve essere messa in pista per farla sentire libera”.
Sul debito con il fondo Elliott: “Stiamo già lavorando per rimborsarli e lo faremo davvero presto, possibilmente all’inizio del 2018. Il tasso di interesse che il Milan sta pagando sui 120 milioni è alto, ovviamente, ma non tremendo. Se consideriamo il tasso nel debito che l’Inter o la Roma hanno avuto con Goldman Sachs al momento del loro finanziamento, attorno al 6,5%, naturalmente, il nostro è alto, ma non è nulla di terribile. Per la popolazione cinese, vedere tassi di interesse in doppia cifra nei debiti è completamente normale. Nel peggiore degli scenari, perché tanti tifosi mi hanno chiesto questo, nel mese di ottobre del prossimo anno, il proprietario del Milan sarà Elliott. Questo è davvero il peggiore dei casi, ma, giusto per rassicurazione, il futuro del club non è nebuloso. Andremo avanti con Yonghong Li e speriamo che il nostro progetto abbia successo: nel peggiore dei casi, bisogna stare tranquilli perché, a Elliott, non sono disperati. Si tratta di uno dei più grandi fondi di investimento nel mondo, che potrebbe tenere il club o rivenderlo. Pagherebbero solo 300 milioni, un prezzo davvero basso, e potrebbero fare business, il loro lavoro”.
Sui piani presentati all’UEFA: “Come potrete immaginare, ho un piano A e un piano B: all’UEFA ho presentato un piano più conservativo, che mostra una progressione del club, anche se non raggiungesse la Champions League in questa stagione. In quel caso, l’investimento sul mercato non potrebbe essere alto e dovremmo pensare anche di vendere uno dei nostri top player. Ma abbiamo anche uno scenario relativo a cosa possa succedere in caso di mancato accesso alla Champions. Gli investitori ed io vogliamo arrivare a quel traguardo, ma siamo preparati se non lo raggiungessimo e assicureremo la piena protezione e sicurezza del club”.
Su Yonghong Li e Han Li: “Prima che un nuovo business inizi, servono un paio di anni, per quanto concerne le perdite: per quest’anno e per il prossimo, abbiamo previsto più perdite per il club e Mr. Li se ne sta occupando. Ha aumentato il capitale e sta investendo soldi: i tifosi lo apprezzano, non è tanto in vista, ma sta spendendo soldi. Non bisogna dimenticare che questo è il più grande investimento di sempre nel calcio europeo dopo il passaggio di proprietà del Manchester United. Sperano in due o tre anni, al massimo, di far valere il club il doppio rispetto a quanto l’abbiano pagato, ma per far sì che ciò accada, dobbiamo fare bene dentro e fuori dal campo. Han Li? Vuole conoscere tutti i dettagli del club e delle strategie che stiamo studiando. Per noi, per la nostra cultura in Italia, è molto diverso: ad esempio, l’abitudine era quella di avere proprietari e presidenti che sono molto spesso presenti fisicamente allo stadio e agli allenamenti e che siano protagonisti di interviste. E’ come un’assicurazione per i tifosi in Italia per sapere chi esattamente sia il presidente e sapere cosa possa fare per il club. Avere un presidente che non sia così presente, che non rilascia interviste e che ha un profilo parzialmente sconosciuto da tutti, specialmente all’inizio, rappresenta un ostacolo parziale con i tifosi. Ma ciò che vedo ora è che la situazione è diversa, i tifosi stanno supportando a livello internazionale il club e la nuova proprietà. Domenica scorsa, a Crotone, Han Li, ad esempio, era presente al match e ha visto molti tifosi chiedergli foto con lui: all’inizio qualche persona un po’ sospettosa si chiedeva quali fossero questi cinesi, ma, ora, è diverso. Ora sanno molto di più su di loro e hanno visto quanto abbiano investito per questo club: non è un proprietario che fa il suo ingresso nella società solo per speculazione, come è successo per altri club in Italia. Questa proprietà vuole far tornare grande il club e sta investendo con i suoi soldi”.
Sul mercato: “E’ stata una nostra decisione: avremmo potuto decidere di comprare tre o quattro giocatori, quest’anno, e fare lo stesso l’anno prossimo, in modo tale da rendere più semplice l’integrazione degli stessi nella squadra, ma, con Mirabelli, abbiamo deciso di fare una grande rivoluzione. Sappiamo che potrebbe volerci un anno circa, per vedere integrati tutti i giocatori, ma, in questo modo, l’anno prossimo saremo nella posizione di cambiare magari due o tre giocatori che non renderanno nel miglior modo. E’ un rischio calcolato, secondo noi”.
This post was last modified on 27 Agosto 2017 - 13:55