Sei partite, sei vittorie e sei punti in campionato sono i numeri del Diavolo in questo mese di agosto. Due le cose che più mi sono piaciute: l’entusiasmo di San Siro che ricorda i tempi passati e la lucidità di Montella. Un allenatore normale si sarebbe fatto travolgere dalla “bulimia” del mercato e avrebbe calato subito tutti gli assi. Invece Montella, pragmatico come il suo maestro-rivale Capello, sa che per costruire una squadra ci vuole tempo e pazienza. E le squadre non si costruiscono mettendo insieme 11-12 nuovi acquisti.
Il mister è perciò ripartito dall’ottimo lavoro fatto l’anno scorso, quando, con una squadra tecnicamente modesta, è riuscito a dare un’impronta di gioco, a tornare in Europa e addirittura a vincere una Coppa. Montella non ha messo i 250 milioni in campo, ma è ripartito dal vecchio Milan. Per due partite di campionato il tridente titolare è stato Suso-Cutrone-Borini. Chi mai lo avrebbe ipotizzato nella formazioni estive dei giornali? Eppure con quel tridente, soprattutto la coppia Suso-Cutrone, il Milan ha fatto sei punti. Assist di uno e gol dell’altro. Alternati. Che Montella si fidi più di un ragazzo della Primavera che dello strapagato “mendesiano” André Silva la dice lunga sull’indipendenza del tecnico rispetto alla società. Aggiungo: per fortuna. Lui di calcio ne capisce eccome. Non a caso Montella è ripartito da Suso e dal tanto vituperato Montolivo.
Pian piano sta inserendo i “nuovi”, ma sa che il processo di inserimento sarà lento e faticoso. Vale per tutti anche per i top players strapagati e strastipendiati come Bonucci. Ieri, al primo test attendibile contro i furetti cagliaritani, Bonucci si è ricordato che cosa significa giocare in una squadra in costruzione e non in un meccanismo rodato da anni. Speriamo che possa fare a meno di Chiellini e Barzagli. Non dico di Buffon, perché il Donnarumma visto in queste prime apparizioni dà la stessa sicurezza del portierone bianconero. Bonucci non è stato l’unico nuovo acquisto che per ora non ha incantato. Lo stesso discorso vale per Chalanoglu, Borini e Kessié, che pure fino a ieri era stato il migliore. Kalinic e Biglia sono ancora ingiudicabili, mentre Rodriguez e Conti hanno dimostrato di essere molto efficaci in fase offensiva, ma di dover migliorare indietro. Il punto interrogativo più grande è quello che riguarda Andrè Silva, pagato come un titolarissimo e trattato finora come riserva del Primavera Cutrone. Spero di essere smentito, ma per fare un favorone a Jorge Mendes, abbiamo preso un giocatore tecnicamente dotatissimo, ma poco adatto a lottare nelle aree avversarie. Mi sembra un nuovo Gabigol. Da dopo la sosta si inizia a fare sul serio e il lavoro di integrazione dei nuovi dovrà essere già a buon punto.
Fronte societario: credo che sia giusto chiudere qui un mercato dispendiosissimo e con tanti arrivi. Mi hanno stupito le dichiarazioni di Fassone al The Guardian quando dice: “Al 99% andrà tutto bene, se invece dovesse andare male, ci rileverebbe il fondo Elliot”. Il “proprietario” Yonghong Li dopo aver garantito per un miliardo di euro nel giro di pochi mesi, sarà contento che il suo amministratore delegato dica: “Se Li fallisce, andiamo tutti da Elliot che ci vende al miglior offerente”? Il dubbio sorge spontaneo: o Yonghong Li non ha messo quei soldi, oppure Fassone non lavora per Li. Oppure entrambe le cose…
This post was last modified on 29 Agosto 2017 - 14:51