Mirabelli: “Vogliamo essere trasparenti coi tifosi. Noi non trattiamo nei ristoranti”

Massimiliano Mirabelli è stato intervistato da SportWeek, allegato del sabato della Gazzetta dello Sport, il ds rossonero ha parlato del suo arrivo al Milan“Dico la verità, quando Fassone mi ha proposto di seguirlo ho detto sì a lui, più che al progetto. Siamo stati in ballo per mesi, prima che la nuova proprietà rilevasse il club da Silvio Berlusconi. Poteva anche andare tutto all’aria. Ma ormai io e Fassone avevamo deciso di diventare una coppia di fatto”.

Nel corso dell’intervista, il ds del Milan ha spiegato qual’è la filosofia del nuovo Milan anche nei confronti della tifoseria: “Essere trasparenti coi tifosi. Sui social e non solo spieghiamo loro chiaramente come ci muoviamo e in quale direzione. Facciamo tutto alla luce del sole, a partire dalla sede delle trattative di mercato: a casa nostra, Casa Milan. All’inizio dirigenti e procuratori non sapevano neanche l’indirizzo. Il fatto è che noi non andiamo a nasconderci negli alberghi o nei ristoranti per trattare un giocatore. Non abbiamo segreti. Poi può anche andare male, ma io ho imparato che anche da una sconfitta puoi uscire vincitore, se hai tenuto la schiena dritta. E tenere la schiena dritta è un altro impegno preciso ne confronti di chi ci sostiene”

Mirabelli poi ha spiegato la diversità di operare rispetto alla vecchia gestione, senza critica l’operato precedente ma sottolinea il suo modo di agire: “Noi preferiamo sbagliare dopo aver visto con i nostri occhi. Visioniamo più volte un giocatore prima di decidere se fa al caso nostro. E solo dopo chiedo chi è il suo procuratore. Non è l’agente che mi propone il suo assistito”.

E per concludere, inevitabile tornare sulla vicende del rinnovo di contratto di Gigio Donnarumma: “Considero il suo rinnovo pari a un acquisto ed è quello che finora mi ha dato maggiore soddisfazione. Alla fine siamo riusciti a firmare il rinnovo alle nostre condizioni. Gigio ha rinunciato a tantissimi soldi. L’offerta del PSG di 14 milioni era vera. E non solo quella”.

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