Una campagna acquisti clamorosa, che sembra aver riportato indietro il tempo alla prima era Berlusconi e portato il Milan a toccare, considerando anche i prestiti con obbligo di riscatto, quota 211 milioni di investimenti, che diventano 206 netti considerando i cinque milioni incassati dal Trabzonspor per Kucka. Nessuno in Europa può vantare un bilancio simile, nemmeno il Manchester City che – nonostante i costosissimi colpi Ederson, Bernardo Silva e Walker – è fermo a quota 130 milioni. Ed in Via Aldo Rossi non è finita qui: i rossoneri sono alla ricerca di un grande centravanti e, con i soldi da incassare per le cessioni, il saldo finale dovrebbe essere di 180 milioni circa.
Questi investimenti sono stati possibili grazie all’architettura finanziaria messa in piedi da Yonghong Li per l’acquisto ed il rilancio del club rossonero, che fa perno sul maxi-prestito del fondo Elliott da 303 milioni: 180 sono serviti a Li per arrivare ai 520 milioni chiesti da Fininvest, 73 sono serviti a ripianare i debiti con le banche e 50 sono finiti nelle casse della società per il mercato, a cui è stato aggiunto un aumento di capitale da 60 milioni di euro.
Come evidenzia l’edizione questa mattina in edicola de La Gazzetta dello Sport, dal punto di vista della cassa, gli stimati 180 milioni di esborso netto verranno spalmati su più rate annuali, ed in questo esercizio dovrebbero impattare per circa 70 milioni, oltre a considerare che il monte ingaggi aumenterà di 50 milioni. Si sta insomma verificando la grande scommessa di Yonghong Li, una sorta di all-in da poker che mira a far risorgere il marchio del club, tornare in Champions ed incassare grandi risorse economiche per restituire il prestito ad Elliot e mantenere alti gli standards del Diavolo.
This post was last modified on 15 Luglio 2017 - 09:08