Vacche grasse, come non si vedevano da tempo. Il leitmotiv del mercato del Milan potrebbe esser così descritto, in pochissime parole. Acquisti quasi ad oltranza: nessun campionissimo fatto e finito, ma tanti colpi interessanti, capaci di abbinare sia una buona qualità per la stagione ventura, che un discreto margine di crescita per gli anni futuri. Una progettualità che piace -e molto- ai tifosi e parte da dietro.
I primi investimenti, infatti, Fassone e Mirabelli li hanno indirizzati al fine di dare solidità ad uno dei reparti più lacunosi del Milan, ovvero quello difensivo. Musacchio prima e Rodriguez poi sono stati i due profili scelti dai due dirigenti per rinforzare il pacchetto arretrato, nel quale il solo Romagnoli -che resta il top player della difesa- non poteva bastare. Ai due, poi, è stato aggiunto Conti, terzo tassello di una difesa che, in caso di schieramento “a quattro”, sarà completamente nuova per il 75%.
Le prime scelte degli anni passati -fra quelli che resteranno, ovviamente- adesso diventeranno alternative: da Abate a Gustavo Goméz, passando per Zapata ed Antonelli. Senza dimenticare Calabria: il giovanissimo terzino ha disputato un ottimo europeo, garantendo la continuità del suo percorso di crescita. Esule, per il momento, da questo discorso Mattia De Sciglio, che vorrebbe trasferirsi a Torino, ma che -qualora restasse in rossonero- dovrebbe lavorare molto per riacquistare il consenso di tecnico e tifoseria.
L’upgrade, almeno sulla carta, non può che essere considerato esponenziale: oggettivamente, i nuovi arrivi, dovrebbero avere un bagaglio tecnico e tattico maggiore di chi, nel recentissimo passato, ha difeso i colori e la porta del Milan. I quali, comunque, avranno le loro chances nel corso dell’anno: bisogna sottolineare sempre come le competizioni quest’anno siano tre, da onorare al massimo delle possibilità.
Ancora un tassello, tuttavia, dovrebbe arrivare: una volta privo dagli esuberi –Paletta, Vangioni ed Ely dovrebbero salutare a breve- il club di Via Aldo Rossi potrebbe rituffarsi su Simon Kjaer: un giocatore che, insieme, potrebbe essere sia una qualitativamente validissima alternativa che una variante tattica importante, nel caso in cui Montella volesse riprovare il 352 ammirato nel finale della scorsa stagione.
Con cinque esterni e cinque centrali, dunque, il Milan si sta riscoprendo solido nelle fondamenta: abbondanza e qualità le armi con cui, nell’annata 2017/2018, il Diavolo difenderà la sua porta.
This post was last modified on 10 Luglio 2017 - 16:53