Un’altra settimana volge al termine. una settimana importante, l’ennesima nella costruzione del nuovo Milan. La settimana dell’ufficialità di Calhanoglu, uno che ha tutte le carte in regola per far sognare e divertire tutti i tifosi rossoneri, quella della tanto sospirata firma tra il Milan ed Andrea Conti e quella in cui la telenovela Milan-Donnarumma, famiglia e procuratore, sembra aver vissuto il suo capitolo conclusivo. Una settimana fondamentale per il futuro del nuovo Milan, ma soprattutto questa è stata la settimana del raduno, con tanto di conferenza stampa e di presentazione a corollario di un ultimo mese da protagonisti. I 5.000 milanisti presenti a Milanello mercoledì pomeriggio per il primo allenamento della prima stagione e l’entusiasmo contagioso che si è respirato in un ambiente ormai da troppo tempo depresso e sfiduciato, sono gli elementi più importanti.
Ci sono Musacchio, Kessié, Ricardo Rodriguez, André Silva, Borini, Calhanoglu, Conti. Ci sono Suso, Romagnoli, Bonaventura. Ci sarà anche Donnarumma. C’è una comunicazione finalmente vincente e convincente. Ci sono dei dirigenti che lavorano per il Milan, notte e giorno, parlano ai tifosi in maniera chiara, schietta e sincera e non sbagliano una mossa. C’è di nuovo, soprattutto e principalmente, il Milan ed è questa la cosa che conta maggiormente. In una conferenza stampa di circa un’ora, la prima della nuova stagione, Mirabelli, Fassone e Montella, hanno parlato ai milanisti e agli addetti ai lavori come non si faceva da tempo, alimentando sogni e speranze, ma non false ambizioni. Gli obiettivi sono chiari e delineati, ma finalmente c’è soprattutto un progetto, un management, un quadro dirigenziale chiaro e preciso.
Sarà solo il campo a parlare e a dirci se il Milan nuovo, quello dei cinesi non esistono, quello finalmente libero da chi per anni ci ha tenuto ostaggio di procuratori amici e presidenti collusi, tornerà ad essere davvero grande, ma per ora gli “apologeti” della nuova società, ma soprattutto della nuova dirigenza, sono uniti sotto un’unica bandiera: quella rossonera, quella del Milan. Il primo risultato è sorprendente e incoraggiante. L’entusiasmo, previsto sì, ma non a questi livelli dei milanisti, quelli veri, si è potuto testare il giorno del raduno e sarà replicato sia con il numero degli abbonati che alla prima casalinga a San Siro per un semplice preliminare di Europa League. Il motivo di questa fiducia è semplice: il tifoso aveva una voglia sfrenata di Milan ed ora la sta respirando a pieni polmoni e non ha nessuna intenzione di svegliarsi dal sogno.
Il merito è tutto di quei due signori che venivano accusati di essere troppo interisti, troppo integralisti, troppo provinciali per prendere il posto di uno che aveva vinto tutto e ripetutamente. In realtà hanno solo colmato un vuoto, hanno sostituito presunzione ed arroganza, interessi e sporchi affari con il lavoro ed un progetto chiaro e deciso. Allora gridiamolo con forza ed orgoglio. Il Milan è tornato ed è tornato soprattutto ad essere il Milan dei milanisti, il Milan affidato a gente serie e competente, il Milan che fa luccicare gli occhi e battere i cuori. Il tutto ad inizio luglio, con un mercato quasi finito, nonostante per gli altri debba ancora cominciare, ma che ci dà la netta sensazione che il meglio deve ancora venire e che fino a fine agosto ne vedremo delle belle. Per ora, comunque, va bene così perché l’entusiasmo e la voglia di gridare Forza Milan è tornata ed è più importante di qualsiasi altra cosa.
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