Il Milan è stata senza ombra di dubbio la squadra regina del calciomercato fin qui e non solo di quello italiano. Sia per la somma investita fino a questo momento che per le tantissime operazione in entrata perfezionate, i rossoneri hanno movimentato il mercato. Cinque gli acquisti già ufficiali, altri due che attendono solo i crismi dell’ufficialità, ma possono dirsi già conclusi. Musacchio, Rodriguez, Kessié, Andrè Silva e Borini, sono già rossoneri, Conti e Calhanoglu, attendono solo di essere ufficializzati. La questione Donnarumma, anche se è meglio non metterci le mani sul fuoco finché non si avrà la certezza, sta per concludersi con un rinnovo che ha vissuto momenti degni di un vero e proprio thriller. Con lui sembra ormai certo della permanenza anche Suso, oltre a Bonaventura e Romagnoli, mai in discussione. I quattro elementi su cui fondare il Milan che verrà sono rimasti al loro posto e anche questa è un’altra promessa mantenuta dall’ad rossonero.
Ora, arriva il difficile, però. Il Milan ha una rosa troppo ampia e sono tantissimi i calciatori che devono fare la valigie verso altri lidi. De Sciglio, Paletta, Zapata, Bertolacci, Poli (che ormai sembra essere già del Bologna), Kucka, José Mauri, Sosa, Vangioni, Bacca, Lapadula, Niang, forse anche Montolivo e Abate. Sono tutti calciatori che non rientrano più nei piani di Montella e del nuovo Milan, ma non sarà facile trovare una soluzione a tutti e riuscire a guadagnare anche qualche soldino. In più c’è da completare la rosa con due elementi cardine da cui non si può prescindere: il regista davanti la difesa che possa far girare la squadra e l’attaccante da quindici/venti gol a stagione, ammesso e non concesso che il calciatore in questione non possa essere Andrè Silva.
Dobbiamo parlarci chiaro, però, ed essere onesti. Il Milan, anche se dovesse terminare oggi il mercato, ha migliorato la sua rosa e di gran lunga. Lo ha fatto spendendo molto, ma lo ha fatto anche e soprattutto con un’idea, un progetto e due dirigenti, Fassone e Mirabelli, che lavorano giorno e notte per migliorare la squadra e ridare un’immagine a quello che un tempo era un grande club. Hanno ereditato macerie, pochissime calciatori validi, due di loro in una pericolosa situazione contrattuale e una società, oltre che una squadra allo sbando. Il compito era e resta arduo, ma un paio di obiettivi li hanno già raggiunti. Prima di tutto sono tornati a far sperare i tifosi, logori e stanchi di anni e anni di cattiva gestione e prese in giro, sia a livello comunicativo che prettamente calcistico. Soprattutto, però, hanno riunito una tifoseria che finalmente è tornata ad essere orgogliosa di essere milanista e si è ritrovata compatta nel criticare la vecchia gestione e nel complimentarsi con il lavoro della nuova. Il campo darà come al solito le sue sentenze, ma almeno da questo punto di vista, il Milan è tornato.
Twitter: @lino850
This post was last modified on 1 Luglio 2017 - 04:13