Pietro Paolo Virdis è stato uno degli attaccanti rossoneri più prolifici degli anni 80. Con la maglia rossonera ha segnato 53 gol in 153 presenze.
Alla Gazzetta dello Sport ha rilasciato una lunga intervista in cui ha ricordato i suoi momenti in rossonero: “Il primo ricordo è la telefonata di Rivera. Era vicepresidente e mi disse che erano stati i giocatori a consigliare il mio acquisto. Nel Milan ho assistito al debutto di Berlusconi a Milanello. Ci parlò delle sue aziende, ma con il Milan ha fatto molto di più. Ho cominciato con Liedholm, poi Sacchi, il più grande rivoluzionario. Guardiola rappresenta una felice sintesi tra i due. Ma se devo parlare dei miei migliori tecnici, dopo Sacchi metto Tiddia e il Radice conosciuto a Cagliari”.
E sul suo addio al Milan: “Cinque mesi prima della scadenza del contratto chiesi a Galliani se mi avrebbero confermato. Mi rispose di sentire Sacchi, che mi consigliò di parlare con la società perché lui mi voleva confermare. Un tira e molla fino all’ultima partita, quando chiesi a Galliani e Sacchi che cosa volevano fare. Rimasero zitti e fecero parlare Berlusconi: ‘Ti ringraziamo per il lavoro, quando vuoi qui sei di casa’. Nessuno aveva avuto il coraggio di dirmi che non servivo più e per me è una ferita aperta. Il mio cuore è diviso tra Cagliari e Milan”.