Come spesso accade, le colpe dei padri ricadono sui figli. Nella vicenda Donnarumma, che ha ormai da tempo assunto i caratteri di una telenovela dai contorni noir, spesso ciò che passa in secondo piano è il preludio della storia. Negli ultimi difficili anni della gestione passata, tra le tante scelte poco felici, c’è stata anche la decisione di non decidere in merito al contratto del portiere rossonero, che già nel 2015 aveva attratto l’interesse di club inglesi quali Manchester United e City. Un apprezzamento subito bloccato dall’ex amministratore delegato Adriano Galliani. Ora la situazione è ovviamente più complicata. Ciò che oggi ricade sulla nuova proprietà figlia è un fardello che andava responsabilmente sciolto dalla proprietà passata, quando Gigio viveva la spensieratezza dell’esordiente e rappresentava solo il ragazzino promettente della scuderia Raiola. La minore età ha sicuramente fatto la sua parte, ma nella spenta scorsa estate, non c’era tempo per blindarlo almeno fino al 2019, con un contratto degno del talento, già palese e dirompente?
Una colpa che non manca di essere posta in essere dal duro comunicato della Curva Sud della giornata di oggi, che evidenzia come sia necessario chiudere le porte a personaggi come l’agente di Donnarumma, che sfruttano ogni buona occasione per portare molti soldi al di fuori del mondo del calcio. Personaggi che si nutrono di clausole e di spunti economici e che fiutano l’affare come segugi. Chi può tenere a bada il cinismo di questi soggetti, paradossalmente, sono i loro diretti assistiti. É giunto il momento in cui deve essere il portiere rossonero ad alzare la voce e manifestare, questa volta col nero su rosso, la sua volontà di restare e di legarsi al Milan. Senza baci ma con la razionalità di chi non si vede che con la maglia che ha sempre sognato sin da bambino.
Voce alta, presa di posizione forte e spalle larghe per dimostrare a tutti di sentirsi parte della squadra che verrà. Perché la società corre, all’insegna di un colpo di mercato a settimana e non può aspettare le bizze di un diciottenne con il suo arguto compare con la valigetta. Perché i tifosi hanno bisogno di riferimenti chiari e di puro entusiasmo e se c’è da togliersi il dente cariato, vogliono rimuoverlo al più presto, per poi ripartire. Non vogliono che la fiducia che si sta accumulando giorno dopo giorno nei confronti della nuova proprietà venga intaccata da delusioni. La consapevolezza dell’ambiente Milan è che Donnarumma è tutt’oggi la prima scelta tra i pali. Meno chiaro è se il Milan sia la prima del portiere rossonero.
La storia del Milan ha sempre insegnato che è dai bocconi amari che si costruiscono vittorie, dalla Serie B si è arrivati sul tetto del mondo con Berlusconi presidente. Da Istanbul è nata Atene. E non sarà una (nella malaugurata ipotesi) cessione di Donnarumma a fermare il Milan e il ciclo che la nuova proprietà non vede l’ora di attivare. Una proprietà che non intende stare ai ricatti di nessuno. Perché il Milan è solo di chi lo merita.