“Nell’ultima assemblea nella quale avevamo approvato il bando, c’era stato molto dibattito al nostro interno. Forse non tutti prevedevano queste difficoltà, ma che ci fosse qualche incognita dietro questo bando, non è stato così sorprendente. È una vendita e c’è un mercato. Veniamo da una vendita collettiva, che è iniziata nel 2010, quindi veniamo da 7 anni con valori consolidati. Ci sono delle audience televisive che ci dicono quelle che sono le passioni degli italiani. Ci sono dei numeri di abbonati, di Sky e Premium, che si sono consolidati nel tempo e il mix di questi parametri hanno segnato i valori. Non credo che ci sia la logica dello scontro, perché le tv hanno bisogno del calcio ed il calcio ha bisogno delle tv. Io continuo a pensare che il calcio rimane una “killer application”. Sky e Premium sarebbero in grandi difficoltà senza il calcio, ma questo non deve metterci in una posizione di superiorità. Dobbiamo posizionarci al prezzo giusto e con i pacchetti giusti. C’è ancora dibattito tra le 20 società di A. Il valore del mercato domestico è quello del miliardo. La metodologia applicata al momento non è vincente e dovremo andare, per adattamenti progressivi e non dimenticarci di avere, sullo sfondo, di avere un nostro canale. La TV della Lega la vedo come una possibilità reale. Ne discutemmo nei bandi passati. Poi in Serie A siamo tutti narcotizzati dal fatto che, il tanto vituperato accordo con Infront, garantisce alla Lega una rendita minima di un miliardo, ma il canale della Lega deve essere una possibilità. Io credo che alcune società abbiano fatto uno studio approfondito sulla vicenda, ed il Milan è tra queste, ma il modello non può essere solo quello della raccolta pubblicitaria. Si deve puntare ad un mix tra la pubblicità e le sottoscrizioni dei tifosi. Anche in Italia arriveranno i nuovi player come Google e Facebook. Ora la Lega deve concentrarsi sull’estero, che oggi porta solo il 15% dei ricavi sui diritti tv, mentre l’85% arriva dall’Italia. Lo spezzatino era un passaggio obbligato. Noi l’abbiamo pagata nelle presenze allo stadio, soprattutto in certi orari serali della domenica o durante la settimana, che sono molto difficili. Gli stadi sono quasi sempre più vuoti e dobbiamo darci una svegliata sotto questo punto di vista“. Così, nel suo intervento a Radio 24, l’ad del Milan Marco Fassone sui temi riguardanti la vendita dei diritti TV della Serie A.