A Casa Milan i “poco raccomandabili” non ci sono più ed è questo il vostro problema

“Il Milan va avanti”. Nel marasma generale provocato dall’assurda decisione di Gigio Donnarumma ed il suo staff, c’è una frase che a molti è sfuggita o semplicemente è passata in secondo piano vista la portata del fatto accaduto. La dichiarazione dell’ad rossonero Marco Fassone nella conferenza stampa di un minuto in mezzo in cui i dirigenti rossoneri informavano tutti su quanto accaduto poco prima con il buon Mino Raiola. Quattro parole che possono apparir fredde, ma che racchiudono un senso molto più profondo e intrinseco di quello che sembra. Morto un papa se ne fa un altro. I giocatori vanno, il Milan resta. Una dichiarazione che può assimilarsi a tanti altri detti, ma che è chiara ed inequivocabile. Il nuovo Milan è addolorato dalla scelta del suo numero novantanove, ma non si fascia più di tanto la testa e continua a lavorare senza sosta.

In queste ultime 36 ore si è detto e pensato di tutto sulla scelta dell’estremo difensore napoletano, sul suo procuratore e sui possibili scenari passati e futuri legati alla vicenda, ma quello che emerge per chi riesce a vedere le cose in maniera lucida e senza condizionamenti esterni è la serietà, la competenza e la determinazione della nuova società milanista. Alzi la mano chi ha mai visto una conferenza stampa per annunciare l’addio di un calciatore a cui sono stati offerti cinque milioni di euro circa l’anno per cinque anni a soli diciotto anni. Non voglio entrare nel merito della faccenda, se ne sono dette tante, forse anche fin troppe e si è dato a parer mio anche fin troppo risalto ad una scelta che, sicuramente ci ha lasciati amareggiati e dispiaciuti, ma non vale la pena nemmeno prendere troppo in considerazione per ridimensionare la figura dell’uomo prima ancora che del giocatore. Importante invece è sottolineare la serietà e la professionalità di chi, nonostante non ha avuto l’epilogo che si aspettava, ci ha messo la faccia e ha voluto parlare a tutti con schiettezza e naturalezza.

Senza fare troppi danni, senza accusare nessuno in diretta. Fassone e Mirabelli erano lì e si sono presi una responsabilità che pesa quanto ad un macigno. Si è parlato e detto spesso che la serietà e l’affidabilità della nuova dirigenza si sarebbe testata con il rinnovo di Gigio Donnarumma, eppure la maggior parte dei tifosi del Milan è stata conquistata dal modo di lavorare, dalla serietà, dalla trasparenza del nuovo corso rossonero. Il Milan non è ostaggio di alcun procuratore o giocatore, il Milan è tornato, almeno dal punto di vista comunicativo, a fare il Milan e pian piano se ne accorgeranno tutti. Vedremo se la scelta sarà di arrivare allo scontro totale con il portiere ed il suo entourage e saranno declinate tutte le offerte, vedremo se il Milan avrà la forza di lasciare Donnarumma in panchina/tribuna per un anno, ma una cosa è certa: Raiola non detta più legge a Casa Milan ed il tempo “degli amici degli amici” e dei favori è finito.

Ora, da queste parti si fa sul serio. Si fa arrivare una delle stelle più luccicanti del panorama europeo in silenzio e senza proclami e gli si fa firmare un contratto, destando un’ottima impressione a calciatore e procuratore. Non crediamo che Jorge Mendes debba imparare qualcosa del suo mestiere da uno come Mino Raiola. Ora, delle due l’una. Mendes resta impressionato e crede nel progetto Milan, tanto da affidarci la sua stella emergente più luccicante, Raiola, invece, fa esattamente la cosa opposta. Chi si starà sbagliando? Chi sta commettendo degli importanti errori di valutazione? E poi ancora: siamo sicuri che i vecchi rapporti, con i vecchi dirigenti rossoneri non abbiano influito nella scelta del buon Mino e del suo assistito? Chi vivrà vedrà, intanto la nuova dirigenza una vittoria l’ha già ottenuta ed è palese. Vi ricordate lo scetticismo pre closing del tifoso rossonero? Bene, ora è sparito quasi del tutto ed il rossonero medio si fida del duo Fassone-Mirabelli e spera davvero in un futuro degno della storia del Diavolo.

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