L’andata, la pazza partita finita in 9 uomini per il Milan, la decise proprio lui con un gol da due passi su assist di Deulofeu. Ma di Mario Pasalic, i tifosi rossoneri, non ricordano solo questo: il rigore decisivo di Doha, ad esempio; o una stagione, nel complesso positiva, dove il suo apporto all’interno della squadra si è rivelato importante, eccome.
Su Doha: “Grandi emozioni. Ho solo preso la mira e il resto è storia. Al Dall’Ara invece abbiamo fatto un miracolo, in nove uomini. Eravamo stremati. Ma è stata una vittoria fondamentale, basta guardare la classifica per capire quanto. Eravamo in un momento poco fortunato e ci siamo sbloccati“.
Match point per l’Europa: “Iniziamo a vincere, poi faremo i calcoli. Il nostro obiettivo deve essere fare sei punti con Bologna e Cagliari così possiamo evitare di guardare gli altri campi. E banale lo so, ma sono due finali e così dovremo affrontarle“.
Sul sesto posto: “Tornare in Europa era il nostro obiettivo dichiarato, era troppo importante dopo 4 anni di nulla. L’Europa League è il primo passo, poi vedremo di tornare in Champions“.
Sul calo: “Siamo un gruppo giovane e abbiamo commesso qualche errore. Abbiamo sbagliato qualche partita, soprattutto con le piccole. Forse ha pesato un po’ la pressione di dover fare risultato a tutti i costi e in qualche momento è mancata un po’ di concentrazione“.
Sulle zero vittorie post closing: “Nulla, è davvero un caso. Galliani ha fatto il bene del Milan per 31 anni e con Berlusconi ha vinto tutto, ora ci sono altre persone che non ci fanno mancare nulla. Dobbiamo ripagarli“.
Sul futuro: “Le carezze del mister fanno piacere. E un allenatore che sa parlare ai giocatori e ha un grande futuro davanti. Io al Milan sto bene ma non so cosa riserverà il futuro. AI Chelsea ci sono grandi giocatori e giocare diventa difficile“.
Sulla Serie A: “Il livello è buono, cambiano le priorità. In Spagna si gioca palla a terra, in Francia conta l’atletismo, qua la tattica“.
Sulla tattica: “Qui ai Milan no, non è un’ossessione. AI mister piace giocare propositivo e a me piace“.
Un suo sogno: “Uno l’ho già realizzato. Ho giocato, segnato e vinto un Derby con il mio Hajduk contro la Dinamo. Poi vorrei vincere una Champions,. un Europeo o un Mondiale“.
Sulla Croazia: “Non solo nel calcio, siamo onorati a difendere la bandiera di quattro milioni di persone. Il nostro segreto? Abbiamo le palle“.