Milan piccolo con le piccole. O forse, Milan piccolo e basta. Proprio nel momento in cui dai rossoneri ci si aspettava la volata finale in ottica Europa, la squadra di Montella ha messo in evidenza tutti i (grandi) limiti della propria rosa fallendo le partite sulla carta più facili. A fine marzo, osservando il calendario, si parlava di Diavolo favorito sulle concorrenti, di un aprile fortunato per il Diavolo. E così avrebbe dovuto essere dato che, Inter a parte, ai rossoneri sarebbero toccati Pescara, Palermo, Empoli e Crotone. Neanche a farlo apposta, proprio le ultime quattro della classe. Insomma, escludendo la stracittadina contro i cugini nerazzurri, si attendevano dodici punti comodi. E invece no: sembra assurdo, ma i rossoneri sono riusciti a raccogliere solo due punti contro le piccole. Piccole non così piccole? No, affatto. E’ il Milan ad essere apparso più grande di quello che realmente è. La vittoria contro la Juventus in campionato, la Supercoppa vinta a Doha ancora ai danni dei bianconeri, il secondo posto fino a Natale. Tutte illusioni.
Evidentemente Vincenzo Montella ha finito i miracoli nel cassetto. Non solo. Gli infortuni di Montolivo e Bonaventura hanno aggravato ancora di più la situazione di una rosa mai come quest’anno corta e priva di alternative. Quando out il capitano, puoi contare solo su Locatelli, un ragazzotto pescato dalla primavera che non aveva ancora esordito nella massima serie e che per due volte ha dovuto levare le castagne dal fuoco, per giunta, la situazione si descrive da solo. Rimane il rimpianto. Anzi, potrebbe rimanere, perché è ancora presto per parlare e la qualificazione in coppa ancora possibile. Ma aprile sarebbe stata davvero un’ottima opportunità per scavare il solco nei confronti dei cugini interisti e ad agganciare la Lazio, sì perché con quegli otto punti sciupati sarebbe stato aggancio, ora sola al quarto posto in classifica, evitando scomodi e paranoici interrogativi sull’eventuale fastidio di un preliminare di Europa League da disputare a metà luglio, nel pieno della preparazione estiva che potrebbe costare anche la tradizionale tournée asiatica che frutta qualche utile milione da poter investire nel mercato.
- Appunto, il mercato. Se il Diavolo non riesce ad andare oltre al pari con Pescara e Crotone, e addirittura a rimanere a bocca asciutta contro l’Empoli, l’intervento sul mercato diventa fondamentale. Il tecnico c’è, una bozza di progetto e le basi tattiche sulle quali ripartire pure. Quindi non tutto è da buttare. Il Milan però necessita come il pane di un bomber da venti gol stagionali, di un vero play maker e di un paio di terzini degni di questo nome. Senza contare De Sciglio e Bacca che con ogni probabilità partiranno in estate. E le incognite Deulofeu e Pasalic, al momento in rossonero a titolo di prestito. Anche il ritorno di capitan Montolivo, ormai trentaduenne e mai consacrato tra i grandi del palcoscenico europeo e forse italiano, e di Jack Bonaventura non sarebbero sufficienti a completare un organico ormai da troppo tempo povero e inadeguato. Insomma, Europa League raggiunta o meno, questo Milan ha bisogno di ritocchi. Tanti, e subito.