L’ex leggenda del Milan, Gianni Rivera, ha rilasciato una lunga intervista all’edizione odierna de Il Giornale, parlando del suo addio al Milan e comparandolo con quello di Francesco Totti: “Ognuno vive il ritiro a modo proprio. Per me fu diverso. Allora era già scritto che diventassi vice presidente del Milan. Quando il Milan cambiò allenatore decisi di smettere. Non volevo che la mia presenza creasse problemi ad un tecnico giovane come Giacomini. Potevo continuare, ma lasciare mi sembrava più corretto. Allora dissi: preferisco smettere prima di finire in ginocchio”.
“Golden Boy” ha parlato anche dell’essere una bandiera e di Gianluigi Donnarumma: “Sarà difficile che in Italia uno possa restare per sempre nella stessa squadra. Sono i soldi ora che decidono se sarai una bandiera oppure no. Donnarumma? Oggi i calciatori non ragionano più con la propria testa ma anche con quella dei procuratori, non sono più proprietà delle società ma di chi li assiste. Dire io sono tifoso è un lusso che nessun giocatore può più permettersi”.