Tramite le colonne de “La Gazzetta dello Sport” l’ex numero 9 rossonero Filippo Inzaghi ha ricordato così il successo di 10 anni fa contro il Liverpool nella finale di Champions League di Atene:
“Quel giorno mi svegliai carico. Mi avvicinai alla finestra e guardai fuori: mancava ancora tanto tempo alla partita e non vedevo l’ora di scendere in campo. Stavo benissimo, che è qualcosa di diverso che essere in forma. E’ qualcosa di più: sentivo di poter fare qualcosa di eccezionale. Di immortale. La fiducia era legata al lavoro in allenamento, alla bravura dei miei compagni, alla consapevolezza di poterci prendere una bella rivincita sul Liverpool e pure sul destino visto che io nel 2005 non avevo giocato e alla serenità di Carlo Ancelotti, che la sera prima mi aveva detto: ‘Pippo, in finale segnerai due gol’. Durante il trasferimento allo stadio c’erano tantissimi tifosi del Milan ci salutavano e quasi scortavano il nostro pullman. Poi, la partita. La punizione: Pirlo calcia, io mi sposto perché so dove andrà la sua palla. Magari do fastidio al portiere, magari la tocco e lo spiazzo. Infatti: deviazione, gol 1 a 0 per noi. Nel secondo tempo siamo stati bravi a contenere fino a quando Kakà alza la testa e io scatto. E’ il gol più lungo della mia vita: corro con la palla al piede, vedo Reina venirmi incontro, decido di dribblarlo, lo salto e calcio rasoterra, piano piano, preciso preciso. Gol! Corro verso la bandierina, impazzito di felicità. Abbiamo vinto, siamo campioni d’Europa. Mi danno anche il premio di man of the match. Non capisco nulla per alcune ore, a cena mangio pochissimo. Per dieci notti non dormirò. E dieci anni dopo la magia di Atene è ancora dentro di me”
This post was last modified on 23 Maggio 2017 - 13:06