Gennaro Gattuso e il Milan. Un matrimonio che verrà ri-celebrato questo pomeriggio con la firma ufficiale e che scalda il cuore di tutti i tifosi rossoneri. Gattuso rappresenta quel Milan bello e vincente che la nuova proprietà sta provando ad allestire. Le premesse ci sono, l’arrosto è in forno. Gattuso e i colori rossoneri, per un progetto nuovo: vero, Paolo Maldini?
Sarebbe troppo facile – e ingeneroso – puntare il dito oggi contro Paolo Maldini per la scelta di declinare la proposta della nuova proprietà cinese. Il ruolo di bandiera – operativa – era lì, ma Maldini l’ha rifiutata. Senza tanti giri di parole e senza metafore: “Non posso metterci la faccia senza conoscere i cinesi”, diceva ad ottobre. All’epoca aveva tutte le giustificazioni di questo mondo. Rileggerle ora, queste parole, dopo un closing da quasi un miliardo di euro e i primi colpi – scoppiettanti – di mercato viene da sorridere. “Voglio una responsabilità diretta e chiarezza sul mio ruolo”, aggiungeva ancora la bandiera del Milan delle Coppe dei Campioni. Avevi ragione, Paolo. Però il Milan aveva bisogno di “milanismo”, soprattutto ora che è diventato cinese. Gattuso ci ha pensato un po’. Poi ha preso la palla al balzo: quanto poteva gratificarti tornare, a testa altissima dopo anni dove hai voluto fare la tua strada, per riportare il Milan lassù, in alto, dove merita? Il Milan è roba tua e lo sarà per sempre. Gattuso tenterà di rimettere al centro quei valori che porti dentro anche tu e che, nel nuovo corso, ci aspettiamo siano presenti.
Ce ne faremo una ragione, Paolo. Gattuso è l’emblema del “Milan ai milanisti”: la scelta di accettare la Primavera del Milan sarà anche professionalmente un passo indietro per la sua carriera da allenatore, ma nel futuro chissà. Riporterà quella dedizione al lavoro che Montella ha incultato e che Gattuso potrà alimentare. “Mi dispiace che non ci sia per il rispetto che ho di lui. Paolo è il Milan, ma non conoscendo le dinamiche non giudico”, ha detto lo stesso Gattuso. Che riparte dentro al nuovo Milan, mentre qualcuno – la sensazione è evidente – presto si mangerà le mani fuori dal nuovo Milan.