Dal Vismara a Milanello. Dalla Champions al mercoledì sera libero. Da nuovo Maldini a “possibile colpo della Juventus”. L’avventura di Mattia De Sciglio al Milan è una parabola ricca ma nettamente in calo da un anno a questa parte quando Allegri – allenatore che l’ha lanciato in prima squadra a San Siro -, dopo avergli soffiato una Coppa Italia, gli dice nell’orecchio: “Ti porto a San Siro“. Occhio non vede, telecamera sì. E il cuore dei tifosi questo, a giudicare dai comportamenti, non l’hanno mai perdonato.
Una parabola a tinte rossonere passata da tutte le categorie del vivaio del Milan. Partita da un’oratorio, transitata da via dei Missaglia e che ha visto come traguardo, e nuovo punto di partenza, la notte del 28 Settembre 2011: esordio di un ragazzo posato, tranquillo, “con la testa sulle spalle” come lo definiscono dirigenti e compagni.
Una parabola di alti e bassi, culminata nella vittoria della Supercoppa Italiana di questo dicembre a Doha nell’annata che potrebbe per lui concludersi nel peggiore dei modi: infortunio e addio, al termine di una stagione tuttavia costellata da infortuni e che l’ha portato a vivere i cinque minuti infernali post Empoli per colpa di comportamenti ingiustificati di un gruppo di tifosi stufi delle sue prestazioni insufficienti.
Il suo futuro, da ieri ancor di più, è lontano dai colori rossoneri: rimangono le strisce sulla maglia, rimane il nero che probabilmente sarà accostato al bianco. Sono settimane calde, dove Mattia ufficializzerà la sua decisione. La società incassa e lavora per il sostituto e per il futuro. Il club rossonero perde un ragazzo che, a numeri, ha collezionato in 15 anni (5 in prima squadra) 133 presenze e 3 trofei che l’hanno aiutato a diventare anche un perno della Nazionale. L’ultimo numero è un 15: i milioni di Euro che le casse potranno accogliere dalla sua cessione. E a quel punto sì che saranno tutti più… Allegri. Non c’è “clausola” che tenga.
This post was last modified on 24 Maggio 2017 - 20:24