Era il 14 febbraio del 2015 quando una nota di Fininvest S.p.A., la holding comprendente tutte le attività azionarie della famiglia Berlusconi, ammetteva per le prima volta dopo ventotto anni la possibilità di una nuova partnership all’interno della Associazione Calcio Milan S.p.A.
Fare questa premessa era, al fine di dare un giunto senso al discorso che andremo a fare, quantomeno doveroso. Poiché, infatti, prima dell’effettivo passaggio di consegne all’interno della società rossonera sono passati circa due anni e spiccioli. Un tempo abbastanza comprensibile, vista la portata dell’affare, ma comunque abbastanza lungo. Un’attesa, a tratti, tanto snervante da far calare grandi, grandissimi dubbi addirittura sulla veridicità di quanto la stampa riuscisse a trasmettere a tifosi ed appassionati.
Anche e soprattutto perché dall’altra parte del Naviglio, si concretizzava in maniera estremamente repentina l’avvicendamento fra l’International Sports Capital di Hong Kong guidata da Erick Thohir e il Suning Holdings Group, a soli tre anni dall’addio di Massimo Moratti, non più in grado di dare il giusto apporto economico ad una realtà come l’FC Internazionale Milano.
Alla fine, al netto dubbi, attese e caparre, il 13 aprile 2017 Fininvest emana un comunicato ufficiale congiunto in cui annuncia di aver finalizzato la cessione del 99,93% della società alla Rossoneri Sport Investment Lux. Una svolta epocale per il club meneghino, con la nuova proprietà, accolta in verità da un malcelato scetticismo, ad assumersi l’arduo impegno di rilanciare una squadra troppo spesso lontana dalla vetta negli ultimi anni.
Quello che, invece, sta raccontandoci il mese di maggio è il lavoro, a momenti irrefrenabile, di una dirigenza che, in attesa della prova finale, leggasi risultato sportivo, sta decisamente mantenendo fede alle richieste di Silvio Berlusconi in sede di trattativa. Quelle, in poche parole, di investire e creare un nuovo ciclo vincente che possa ritornare a riempire la bacheca milanista, adornata dalla sola Supercoppa Italiana 2016-2017 negli ultimi 5 anni.
L’abbiamo già detto, lo ribadiamo. Solo il campo potrà o meno dare ragione a Fassone, Mirabelli & company. Risulterebbe, però, poco intellettualmente corretto negare come si stia facendo tutto il possibile per costruire una squadra degna della bella maglia presentata ieri dall’adidas. A proposito, complimenti alle three stripes: una divisa così bella e milanista non si vedeva da anni.
Musacchio, Rodriguez e Kessié: ad oggi, salvo clamorosi ribaltoni, sono i tre acquisti già definiti dal neo DS rossonero. Per una spesa che si aggira intorno ai 65 milioni. Colpi importanti, nonostante non si tratti di top player, che in attesa di vedere sbarcare un vero e proprio colpo da novanta (milioni?). I nomi, da Morata a Belotti, passando per Aubameyang, importanti, in grado di stuzzicare le fantasie dei tifosi, sull’agenda mirabelliana ci sono, così come la sensazione che per l’affondo decisivo per uno di quei tre bisognerà pazientare ancora un po’.
Poco male, comunque: le parole di Fassone in merito a bilancio e calciomercato sono state chiarissime. Il Milan vuole tornare a recitare nei più grandi palcoscenici d’Europa, oltre che provare a intaccare il dominio Juventus e, per farlo, l’obiettivo è quello di costruire una squadra giovane e ricca di talento, senza badare troppo almeno inizialmente a ipotetici conti in rosso e passivi. E, come dichiarato dall’AD qualche giorno addietro, bisogna farlo entro l’inizio del ritiro, anche e soprattutto in vista dei sempre più probabili preliminari di Europa League.
Da, quindi, un Closing atteso quasi spasmodicamente ad un mercato decisamente rapido, fatto di numerosi incontri e trattative celeri. Come, quasi, se si volesse recuperare il tempo perduto. Per dare un volto al nuovo Milan. Un volto vincente. Nella speranza che, adesso, le attese siano davvero finite.