La sonora sconfitta di San Siro contro la Roma ha dato una certezza negativa a questo Milan: la leggerezza del suo centrocampo. Mai, forse, come nel match contro gli uomini di Spalletti, la mediana rossonera ha impedito all’undici rossonero di confezionare trame capaci di creare anche solo minimi grattacapi alla retroguardia lupacchiotta. L’instabilità difensiva, la poca efficacia degli esterni e lo 0 alla voce ‘tiri in porta’ sotto il nome di Lapadula sono logiche conseguenze dell’apatia del tridente rossonero in mezzo al campo.
Con la giovane Atalanta al vicino orizzonte, potrebbe essere la voglia e lo status young di Locatelli la chiave giusta per raddrizzare le idee di una squadra che pare abbia smarrito la bussola proprio nel momento clou della stagione. La discontinuità di rendimento e di prestazione di Mati Fernandez e Bertolacci, e le giocate a sprazzi di Sosa, offuscano l’ottima capacità d’inserimento di Pasalic, divenuto ormai uno dei pochi punti fermi (e questo la dice lunga…) dello scacchiere milanista. A lui va aggiunta, certamente, la cattiveria agonistica di uno tra il Principito e Kucka, apparso nervoso e impreciso nelle ultime apparizioni: quel che manca è il classico perno capace di dare vivacità e geometria all’azione.
Un’occhiata ai numeri: senza il Loca in campo il Milan ha perso 7 partite, per un totale di 21 punti a disposizione. Nelle 24 partite giocate con il classe ’98 in campo i rossoneri non hanno raccolto punti solo in tre occasioni. Senza dimenticare l’apporto dato dal centrocampista da subentrato: ricordiamo l’assist per Luiz Adriano nell’ultima azione a Firenze contro la Viola, il gol che all’andata contro il Sassuolo diede il via libera alla rimonta milanista fino all’ultimo Derby quando, dal suo ingresso, la squadra ha cambiato marcia fino all’insperato pareggio. Passando per il gol decisivo capace di affondare la Juventus con Buffon immobile. Dulcis in fundo la Supercoppa vinta giocando da titolare.
Proprio la prestazione non esaltante di Doha ha dato il via alla discontinuità di impiego di Locatelli, coincisa con un periodo di calo generale della squadra. L’intelligenza, l’impegno, la mentalità e la voglia di questo ragazzo cresciuto tra i campi del Vismara avrà sicuramente trasformato la “panchina” nella giusta motivazione per entrare e determinare, riprendendosi le chiavi di un centrocampo che i tifosi rossoneri erano, e sarebbero, felici di vederlo da lui comandato.