Laureatosi in Giurisprudenza nel 2015, Giovanni D’Avino è giornalista pubblicista dal 2016. Praticamente nato con la passione per il giornalismo ed il calcio, soprattutto quello a tinte rossonere, nel dicembre 2012 entra a far parte di SpazioMilan.it, per il quale attualmente svolge il ruolo di Coordinatore di redazione. Da qualche anno collabora anche con il settimanale calcistico Corriere del Pallone.
Non è stato un weekend per cuori deboli: in tre giorni si è concentrato praticamente tutto. Attesa, nostalgia, dolore, commozione, gioia, liberazione. Insomma, un weekend di passione, che a pensarci bene calza a pennello con il periodo dell’anno in cui ci troviamo (a proposito, Buona Pasqua a tutti). Giovedì e venerdì tutta l’attenzione è stata focalizzata sul closing, che dopo otto mesi si è finalmente concretizzato. Da un lato i sorrisi di Yongohong Li (pochi), Fassone ed Han Li (molti di più), dall’altro il velo di tristezza che ha ricoperto le parole di addio di Silvio Berlusconi ed Adriano Galliani.
A loro dobbiamo senza dubbio tributare un sentito grazie per tutto quello che è stato fatto negli ultimi 31 anni, ma chi scrive crede che il cambiamento era ormai inevitabile e procrastinarlo ancora sarebbe stato oltremodo negativo. Palese, del resto il diretto interessato lo ha confermato più di una volta, che Berlusconi non era più in grado di sostenere ad alti livelli il club. Ben vengano, dunque, risorse nuove e nuove ambizioni, che ci riportino lì dove meritiamo. Ottima impressione l’ho avuta da Marco Fassone: la sua conferenza stampa di venerdì ci ha presentato un dirigente preparato, competente, ambizioso e determinato a fare bene.
Già questo turbinio di emozioni basterebbe, ed invece ieri c’era anche il derby, e che derby! E’ vero, non ci si giocava lo scudetto, e nemmeno l’accesso alla Champions League, ma soltanto un modesto sesto posto con annesso preliminare di Europa League. Il Milan parte fortissimo, i giocatori rossoneri sembrano non essere stati minimamente condizionati da tutto quanto gli accadeva intorno. Ma subito si ripresenta il peccato originale di quest’anno: là davanti si spreca troppo e così, in maniera del tutto immeritata, l’Inter si trova avanti di due gol al termine del primo tempo. La ripresa vede il Milan provarci più con il cuore che con il gioco, frenato da evidenti limiti tecnici (soprattutto in mediana): eppure succede l’imponderabile, che vendica nella maniera più dolce quanto successo all’andata: all’83° Romagnoli riapre la gara ed al 97° Zapata fa esplodere la tribuna cinese del Milan e tutti i tifosi rossoneri con la zampata che regala il 2-2.
Insomma, l’apoteosi della tachicardia dopo tre giorni da emozioni forti: miglior modo per iniziare un nuovo capitolo della ultrasecolare storia rossoneri poteva esserci? Credo proprio di no, ma questa deve essere solo la rincorsa per risalire la china. Tutti insieme ce la faremo, come sempre.
This post was last modified on 16 Aprile 2017 - 09:16