Massimiliano Mirabelli è il dodicesimo direttore sportivo dei colori rossoneri. Il primo, ufficialmente da ieri, uomo scelto dai cinesi per guidare il mercato del Milan. E l’identikit tracciato oggi dal Corriere dello Sport lo dipinge come uno “stakanovista con una banca dati con tutti i giocatori”.
Sono otto le squadre in cui Mirabelli ha potuto lavorare nella sua, breve ma con tanta gavetta, carriera da direttore sportivo. E soprattutto non mancano i successi: tanti, anche piccoli, come possono essere campionati minori, ma comunque trionfi. Fino al Milan e alla chiamata di Fassone, avvenuta quando ancora il closing non era cosa fatta e quando c’era la possibilità di guidare in prima persona un nuovo progetto. Mirabelli non si tirato indietro e ora comanda al Milan.
La gavetta, però, dicevano. Dopo alcune stagioni da calciatore inizia la carriera da direttore sportivo, oramai 20 anni fa, nel Rende, società calabrese che gli ha dato i natali. Vince il campionato di Eccellenza e inizia a lavorare anche con l’Empoli. Poi, sempre fra Promozione ed Eccellenza, gira la tua terra, la Calabria: San Calogero, Acri, Rossanese, Fortitudo Cosenza. In mezzo ci sono vittoria di campionati e tanto materiale rivalutato con i mezzi a disposizione. Nel 2011 la chiamata della Ternana, nel frattempo continua a lavorare anche con l’Empoli e nel 2012 la grande opportunità dell’Inter come capo degli osservatori. E’ lì che Fassone e Mirabelli entrano in contatto e il primo capisce le potenzialità del secondo. Dopo una breve parentesi in Inghilterra, come consulente del Sunderland, torna all’Inter dove, grazie ai suoi consigli, arrivano Perisic, Brozovic e Murillo.
Un osservatore che si fida solamente dei suoi… occhi. E per questo ieri sera era a Montecarlo allo stadio “Louis II” per vedere da vicino Monaco-Borussia Dortmund. Ogni anno se ne va in Sudamerica e si guarda decine di partite: il Milan non aspettava altro, Mirabelli è pronto a prendersi il palcoscenico.
This post was last modified on 20 Aprile 2017 - 10:37