“Si è pensato troppo al futuro e poco al presente”: la stoccata di Montella nel dopo Milan-Empoli chiama in causa tutti i dirigenti e proprietari del Milan, i vecchi e i nuovi. Ha ragione lui. Così come ha ragione quando sostiene che essere al sesto posto davanti all’Inter con questa rosa è un piccolo grande miracolo. E ne rivendica, giustamente, il merito. Tutto giusto quello che dice Montella, ma per la prima volta nella conferenza post Empoli il mister ha dato segnali di “disgregazione”, cosa mai accaduta nel resto della stagione. Anzi. Montella era stato uno dei principali artefici della ritrovata unione del gruppo, dentro e fuori dal campo. Stavolta Montella richiama la società e per la prima volta, seppur sibillinamente, etichetta la sua squadra come modesta. Segnali preoccupanti per questo finale di stagione, in cui abbiamo raccolto 2 punti nelle 3 partite a cavallo del closing. E sono inquietanti anche per il futuro di Montella. Il quale punterà a un ricco rinnovo di contratto oppure si sentirà libero di ascoltare proposte da destra e manca.
Quella di Montella non è l’unica situazione spinosa che si trova a dover affrontare Mirabelli, il quale la settimana scorsa è stato tutti i giorni a Milanello ma evidentemente l’effetto sulla squadra non è stato dei migliori. Intendiamoci, non che il Milan abbia perso in casa con l’Empoli, peggior attacco del campionato, per colpa di Fassone e Mirabelli, ma sicuramente si poteva partire meglio con la nuova gestione. Mi riferisco soprattutto al caso De Sciglio, deflagrato in modo anche inaspettato. La notizia uscita su Tuttosport, la sua prestazione molto negativa contro l’Empoli, i fischi di San Siro e la vergognosa aggressione nel dopogara sono state l’escalation di una storia triste. La storia di un prodotto del nostro vivaio, milanista da Curva Sud, per il quale stravedono Conte e Allegri (non esattamente Oronzo Canà) che l’anno scorso si era fatto convincere da Galliani a restare nonostante l’offerta della Juve. Fischiato come un traditore e aggredito con l’inciviltà che macchia sempre di più il nostro tifo, a questo punto non solo sui social. Una storia triste, che un bravo ragazzo come Mattia non meritava, ma che in qualche modo lo convince definitivamente a lasciare la squadra che ha sempre amato per proseguire nella propria carriera di professionista.
Un tempo il Milan era il punto d’arrivo per un giocatore, un allenatore, un dirigente. Adesso è il punto di partenza e, dati alla mano, negli ultimi anni i “migliori” se ne vanno. L’incontro di oggi a Milanello con Mirabelli certo non rende comoda la posizione del ragazzo. Infatti dall’incontro è stato fatto trapelare che a fine stagione De Sciglio se ne andrà. Come pensate che sarà accolto tra due domeniche a San Siro? E soprattutto quanto pensate che sia disposta a pagare la squadra che lo prenderà? Considerato che è stato presentato come un “partente sicuro”. A proposito dei “bravi che se ne vanno” veniamo alla questione più difficile e dolorosa di questo interregno rossonero. Ovviamente Gigio Donnarumma che anche contro l’Empoli ha fatto due parate che hanno del “paranormale”. Raiola ha fatto sapere che per il momento non intende incontrare i dirigenti del Milan. Andiamo bene. Se è difficile incontrarlo, figuriamoci rinnovare il contratto di Gigio. Possiamo illuderci e illudere i tifosi, ma è utopistico pensare che Donnarumma possa restare al Milan oltre il 30 giugno 2018. Speriamo di non perdere anche lui a zero o a “quasi zero” come stiamo per fare con De Sciglio. A proposito di “illusioni” crediamo pure che il Fondo americano decida di prestare altri soldi per il mercato e che questi soldi siano i 50-60 milioni ipotizzati da Fassone. Sinceramente, considerando la situazione del mercato attuale e il valore reale di questa squadra cosa ci facciamo con 60 milioni? Negli ultimi anni siamo arrivati 8’, 10’, 7’ e, speriamo, quest’anno 6’. Pensate davvero che con 60 milioni riusciamo a costruire una squadra per andare in Champions League? Ha ragione Montella, meglio pensare al presente e speriamo di godere nell’arrivare davanti ai cugini che hanno “morattianamente” buttato via un mare di soldi per arrivare dietro di noi. Come ai vecchi tempi. Purtroppo passati.