Apriamo gli occhi e smettiamo di farci prendere in giro

A Pescara per la prima volta la squadra ha imitato la proprietà ed è scesa in campo pensando ai massaggi cinesi senza però arrivare all”Happy end” o se preferite al “closing”. Più volte in queste pagine ho elogiato Montella e i suoi ragazzi che in una situazione societaria grottesca e paradossale hanno sempre difeso questi colori con grande dignità. Loro sì. Quest’anno ci hanno regalato qualche bella soddisfazione tipo Doha, ma anche quando hanno perso lo hanno fatto a testa altissima. Quasi sempre contro avversari più forti. Invece quello di ieri a Pescara è stato il primo vero blackout mentale del Milan di Montella. Per la prima volta non siamo stati umili, cattivi e concentrati, ma abbiamo pensato di aver vinto la partita prima ancora di giocarla. Errore madornale soprattutto per una squadra che forte non è e che non ha i colpi per vincere “di braccio” le partite. Il mister ha contribuito a questa sottovalutazione del Pescara. Le scelte di alcune “seconde linee” hanno mandato alla squadra un messaggio sbagliato della serie “tanto questa la vinciamo facile”. La peggiore è stata sicuramente l’esclusione di De Sciglio per motivi “contrattuali”. Questo Milan non ha la forza per permettersi di rinunciare ai giocatori per ragioni extratecniche. Ma soprattutto mi domando perchè questa società debba insistere con De Sciglio per rinnovare il contratto. Ci penseranno i cinesi e Fassone tra 15 giorni no?

Il relax mentale con il quale la squadra affronta il disastrato Pescara è fotografato bene dal pasticcio Paletta-Donnarumma, ma che nessuno massacri questo fenomeno di portiere. A 18 anni dobbiamo concedergli errori come questo e non sotterrarlo di responsabilità. Anche perchè lui, a differenza di altri, se le sa prendere. E poi, scusate, un Milan appena decente deve avere la forza di incassare un gol sfortunato come quello e ribaltare la partita in 80 minuti contro la peggior squadra della Serie A, praticamente retrocessa dopo le prime 5 giornate. Fatto sta che il pareggio di Pescara assomiglia tantissimo ai 2 punti in 3 partite contro le retrocesse Carpi, Frosinone e Verona che un anno fa ci costarono l’Europa League. E mi sa che anche quest’anno ci risiamo. Ce la giocheremo con la sorprendente Atalanta che in questo rush finale sembra purtroppo più squadra di noi. Sicuramente l’Atalanta dei miracoli prima di essere un modello di squadra è un modello di società. Noi? Negli ultimi due anni siamo stati solo un modello di “presa in giro dei tifosi”.

Alcuni di loro peraltro un po’ se lo meritano. Soprattutto l’esercito dei tastieristi che dopo aver creduto a Mr Bee, a Sino Europe, a Gancikoff e Galatioto, adesso è pronto a credere ciecamente che il Fondo Elliott sia una specie di ente benefico che presta 300 milioni a un semisconosciuto affarista cinese garantendo che se costui non dovesse restituire i soldi in tempo non solo rileverebbe il Milan, ma costruirebbe una squadra per andare in Champions League e per venderla così al miglior offerente! Tombola. Ma scusate, se fosse così facile vendere a 500-600-700 milioni una squadra da Champions League perchè Fininvest non l’ha fatto 4 anni fa invece di ridurla una squadretta da mezza classifica perenne?

Questa è solo una delle mille domande che ci poniamo pensando che questa del Fondo Elliott sia l’ennesima, pericolosissima, Spada di Damocle sospesa sulla testa dei tifosi del Milan. A proposito di domande: ma il buon Fassone che lavorava con Mirabelli per la Sino Europe, adesso che si è dissolta la Sino per chi lavora? A fine mese manda fatture e rimborsi a Yonghong Li? O a chi? E la Community Adviser? Non curava la comunicazione per la Sino? Adesso che non c’è più la Sino per quali cinesi lavorano Palomba e soci? E poi Berlusconi non ci aveva assicurato che avrebbe lasciato il Milan in buone mani? Qui le mani non si sa nemmeno di chi siano. Si sa solo che sono vuote.

Vuote come le speranze dei tifosi che hanno la forza di aprire gli occhi e capire dove stiamo finendo. Due anni fa di questi tempi il presidente Berlusconi fece un’intervista a Rete Nord e disse: “Io non voglio lasciare il mio Milan nelle mani di uno come Thohir“. Ecco, adesso l’ipotesi di un “Thohir” è la migliore che si profila all’orizzonte del Milan. Le altre ipotesi sono tutte più preoccupanti.

E pensare che ce ne sono ancora tanti disposti a fidarsi per l’ennesima volta e a credere che il 13 aprile sarà il giorno della gloria, della rinascita o della “liberazione”. Del resto come scriveva Giacomo Leopardi: “Il genere umano crede sempre, non il vero, ma quello che è, o pare che sia, più a proposito suo. Il genere umano che ha creduto e crederà tante scempiataggini, non crederà mai né di non saper nulla né di non aver nulla a sperare“. E il genere umano rossonero crede ancora che dietro l’angolo ci sia un ricchissimo salvatore per l’amato Milan. Questo è l’effetto collaterale di una fede smisurata che solo il popolo milanista sa dare. Ma non possono smetterla di approfittarsi così di questa fede e di questo amore? Apriamo gli occhi e smettiamo di farci prendere in giro!

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